Salute

Gli alimenti industriali altamente trasformati creano dipendenza

Uno studio dell'Università del Michigan conferma che dovremmo guardarci dal consumare troppi snack, patatine fritte in busta e pizza pronta. Sono alimenti in grado di innescare fenomeni di dipendenza al cibo, creando l'epidemia di obesità

26 febbraio 2015 | R. T.

L'Università del Michigan pone sul banco degli imputati i cibi altamente trasformati, in cui l'industria alimentare interviene con l'aggiunta, scientifica, di ingredienti raffinati.

Snack,patatine fritte in busta e pizza pronta sono tra i cibi che piacciono di più al nostro cervello, diventando un'esperienza coinvolgente, ma creano anche una forma di dipendenza.

Questa dipendenza da una certa tipologia di cibo ha portato all'allarme sull'epidemia dell'obesità, secondo i ricercatori.

Più si consumano cibi industriali altamente trasformati più se ne avverte l'esigenza in un circolo vizioso che nuoce alla nostra salute.

Già precedenti studi hanno evidenziato come l'aggiunta di carboidrati raffinati e grassi, tra cui farina bianca e zucchero, può essere in grado di creare fenomeni di dipendenza.

Ormai sono note le sostanze che, negli alimenti, possono indurre reazioni di dipendenza dal cibo.

Vale infatti anche la prova contraria: alimenti non trasformati, senza aggiunta di carboidrati raffinati o grassi, come riso e salmone, non sono stati associati con fenomeni di dipendenza.

E' inoltre noto che le persone con gli indici di massa corporea più elevati sono anche quelle maggiormente sensibili alle proprietà “gratificanti”, quelle che creano dipendenza, degli alimenti.

In altre parole, certi cibi altamente trasformati inducono il nostro cervello a provare piacere, stimolandolo a richiederne ancora, sopprimendo altre funzioni preposte al controllo dell'assunzione del cibo e al senso di sazietà.

Il cibo insomma innescherebbe fenomeni celebrali simili a fumo, alcol e droga.

“Grazie a queste scoperte possiamo cambiare il modo con cui approcciamo il trattamento all'obesità – ha detto Nicole Avena, professore di farmacologia e sistemi terapeutici a Icahn Scuola di Medicina Mount Sinai di New York – non più solo dietetica, con il “taglio” di alcuni alimenti, ma con un approccio più simile a quelli per limitare l'uso di droga, alcol e fumo.”

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