Salute

Sansa d'oliva e vino contro Parkinson e Alzheimer

Le sperimentazioni condotte dalla Georgetown University e dalle Università di Siviglia e Malaga. Saranno valutate le capacità neuroprotettive del resveratrolo e la possibilità di estrarre precursori del nitrocatecolo dagli antiossidanti della sansa

26 maggio 2012 | R. T.

Secondo l'Università di Georgetown un buon bicchiere di vino rosso potrebbe già avere una funzione neuroprotettiva, proteggendo dall'Alzheimer.

Per confermare il dato è stato avviato uno studio clinico di fase II con pazienti colpiti da demenza leggera o moderata, e che durerà un anno. Negli ultimi anni il resveratrolo è stato molto studiato e diverse pubblicazioni hanno indicato proprietà antinvecchiamento o di supporto nella lotta a diverse malattie come diabete, cancro, obesità. Ed è stato anche al centro di polemiche per ricerche che ne avrebbero esagerato l'efficacia. Ora, con il nuovo studio, si punta, oltre che a confermare - con dati certi e scientificamente controllati - le capacità neuroprotettive, anche a verificare la sicurezza e la tollerabilità di forti dosi. I pazienti che parteciperanno alla sperimentazione, infatti, saranno divisi in due gruppi: a uno saranno date due volte al giorno compresse di resveratrolo puro, all'altro un placebo. A tutti saranno fatti esami specifici per controllare la progressione dell'Alzheimer. "La maggior parte degli studi - spiega Scott Turner, uno dei ricercatori impegnati nella nuova indagine - che mostrano vantaggi del resveratrolo sulla salute, sono stati condotti su modelli animali e con dosi che oltrepassano notevolmente quelle contenute in un bicchiere di vino". Da qui la necessità di valutare la sicurezza di dosi elevate, spiegano i ricercatori sottolineando che, anche in caso in cui sarà dimostrata l'efficacia, per metter a punto trattamenti ad hoc saranno necessari tempi lunghi.

 

I ricercatori dell'Università di Siviglia e Malaga hanno scoperto che dalla sansa d'oliva si possono ottenere degli antiossidanti utili. Non i soliti noti idrossitirosolo e oleuropeina ma nuove molecole che potrebbero servire come base per la produzione di "nitrocatecolo", il principio attivo di nuova generazione contro il Parkinson.

Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa caratterizzata da un'evoluzione lenta, ma inarrestabile. Il suo progredire coinvolge il controllo dei movimenti e dell'equilibrio.

Josè Luis Espartero, il coordinatore della sperimentazione patrocinata dalla Fundacion Descubre, ha spiegato il progetto: "Lavoriamo su decine di nitrocatecoli per identificare un trattamento per il Parkinson. Si tratta però di un obiettivo ancora lontano. Ed una volta individuato occorreranno studi farmacologici e clinici di conferma". Dal nitrocatecolo deriva il tolcapone, il farmaco usato di recente proprio per il trattamento di questa malattia, che però si era rivelato dannoso, in quanto un numero non trascurabile di pazienti affetti da Parkinson avevano contratto l'epatite fulminante.

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