Salute

TANTA FRUTTA E VERDURA PER MANTENERE UNO STATO DI BENESSERE A LUNGO TERMINE

Le cinque porzioni della salute secondo Giacosa, Garavini e Travaglini, ovvero un formulario utile in forma di libro per adottare una dieta impeccabile, sana e dagli effetti salutari. Gli alimenti vegetali, e in particolare la verdura e la frutta, sono poco calorici e contengono numerose sostanze protettive. Ecco i consigli per una razione minima giornaliera

05 febbraio 2005 | Francesca Racalmuto

Partiamo dalla prima notizia. L’editore Tecniche Nuove ha pubblicato un volume assi utile a quanti vogliano preoccuparsi di mantenere un buono stato di salute generale attraverso una corretta e sana alimentazione. Per sostenere tale tesi ha fatto relaizzare a tre prestigiose firme un libro della collana “le guide di Natura&Salute”, dal titolo Le 5 porzioni della salute. “Mangiare tutti i giorni ortaggi e frutta in abbondanza – si legge nel richiamo di copertina – aiuta a mantenersi sani e a prevenire le malattie degenerative, dalle patologie cardiocircolatorie ai tumori. Le ragioni scientifiche di questa indicazione e come metterla in pratica, con esempi di menu quotidiani e tante ricette” è il compito di questo libro. Ma di questo scriveremo più avanti.

La seconda notizia. La Regione Toscana ha tappezzato le proprie strade nei mesi scorsi con manifesti di sensibilizzazione dell’opinione pubblica a favore di un consumo di frutta e verdura. Idea geniale, che altri enti locali dovrebbero imitare. Come al solito, un grande complimento a una regione sempre attiva e sempre puntuale nelle iniziative che contano.

La terza notizia. Un dispaccio della Cia, la Confederazione italiana agricoltori, fa emergere un quadro poco esaltante, non solo sul piano commerciale. Si legge esattamente questo titolo: “Sempre meno frutta e verdura sulle tavole degli italiani. Consumi in netto calo, ma il costo della spesa continua a crescere”. I dati che vengono riportati preoccupano: “In due anni – si legge - gli acquisti sono scesi del 14 per cento, mentre ogni famiglia per comprare ortofrutticoli ha speso l’11,7 per cento in più. Questo nonostante i ripetuti appelli di medici e nutrizionisti a fare largo uso di tali prodotti per una corretta alimentazione. Tutto ciò è dovuto ai rincari ingiustificati e alla manovre speculative, mentre i prezzi pagati all’agricoltore sono rimasti fermi e in alcuni casi anche diminuiti”.

IL LIBRO
A firmarlo sono Attilio Giacosa, medico chirurgo e direttore del reparto di gastroenterologia e nutrizione clinica all’Istituto nazionale per la ricerca sul cancro di Genova; Daniela Garavini direttrice del mensile “Cucina Naturale”; e Franco Travaglini, direttore della rivista “Bioagricultura”.
Vale la pena inoltre evidenziare che i diritti d’autore del libro saranno devoluti alla Lega italiana per la lotta contro i tumori. Quindi l’acquisto oltre ad essere un gesto intelligente, vista la bontà di quanto viene comunicato, è anche una scelta etica di grande rilievo.
Ecco i dati: Le 5 porioni della salute, Tecniche Nuove, Milano, febbraio 2005; pp. 126, euro 7,90



Perché si parla di cinque porzioni al giorno
Molto semplice. Numerosi studi scientifici hanno assodato che per garantire gli effetti salutari degli alimenti vegetali sia necessario consumare almeno 5 porzioni al giorno. Le modalità sono le più varie, da qui i consigli che si potranno leggere nelle pagine di questo volume. Sono consigli pratici che si esprimono molto concretamente in ricette piacevoli, sapide e nel medesimo tempo anche semplici.

Non si tratta di indicazioni generiche. Qui si trovano le risposte ai molti interrogativi che ci si pone di frequente. Cosa c’è dentro la frutta e la verdura, per esempio. Quali sono le sostanze che determinano gli effetti protettivi tanto conclamati? E poi: gli integratori alimentari possono essere un’altrenativa al consumo di frutta e verdura? Quali sono le applicazioni in dietoterapia, e via elencando.

Certamente è facile dire frutta e verdura. Occorre però sapersi districare bene nella scelta. Favorire la stagionalità e le produzioni locali non è affatto un elemento da sottovalutare, anzi. Consumare le verdure crude serve a garantire l’integrità del prodotto, ma non sempre ciò viene comunicato a dovere. Le verdure che non possono essere consumate crude come si debbono cuocere senza perderne le proprietà salutisticamente più importanti?

Altri interrogativi a cui si dà risposta? Come devono essere considerate le insalate pretagliate e prelavate? Il prodotto resta integro o si depaupera? E poi, visto che si indicano nel numero di cinque le porzioni giornaliere, come andrebbero esattamente distribuite nel corso della giornata?

Si comprende bene come il tema offra numerosi spunti di riflessione. Gli autori provvedono a risolvere molti degli interrogativi del lettore attento e sensibile, e con un menu particolareggiato aiutano a far acquisire nuove abitudini alimentari attraverso ricette di facile approccio, sane e insieme gustose. Si va dalle insalate ai primi piatti, dai secondi vegetariani a quelli a base di pesce, dai contorni cotti ai dessert. Di ogni ricetta si dà il tempo complessivo di preparazione e il tempo di cottura, il grado di difficoltà e il livello dei costi.

Porre la necessaria attenzione permette di non sbagliare mai. “Quello che bisogna tenere sempre presente – chiarisce Attilio Giacosa – è che i vegetali di cui ci cibiamo sono organismi delicati che possono cambiare in modo marcato dal momento in cui vengono tolti dal loro ambiente al momento in cui li consumiamo. Minore è il tempo che passa, minori sono le trasformazioni che subiscono in questo passaggio, meglio è”.

Nel frattempo occorre riflettere anche sugli andamenti dei mercati, perché anche loro offrono una lettura critica della realtà quale si presenta ai nostri occhi. Nelle sue analisi, la Cia per esempio rileva che “nel 2002 ogni famiglia italiana spendeva 54 euro al mese per gli ortaggi e 31 euro per la frutta. Oggi – precisano - la situazione è così cambiata: 60 euro per i primi e 35 euro per i secondi. Sempre nel 2002 il consumo pro-capite per le verdure era di 209 l’anno e di 140 per la frutta. Consumi che nel 2004 sono scesi, rispettivamente, a 193 e a 107. Un deciso calo che ha fatto allontanare sempre di più questi prodotti, pur importanti sotto il profilo nutrizionale, dalla nostra alimentazione”. Tutto ciò dimostra molto chiaramente che il consumatore non guarda più alla qualità e ai valori nutritivi del prodotto, ma al solo prezzo, comprando di conseguenza i prodotti che risultano più convenienti. Vista la realtà, è bene correre ai ripari scegliendo ciò che è meglio per la nostra salute.

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