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La Tunisia oliandola cresce e vuole imporsi a livello internazionale

Triplicata la produzione dal 1960 al 2008, occupa più di un milione di persone e corrisponde al 44% dell’export agricolo tunisino

20 dicembre 2008 | R. T.

La Tunisia scommette sull’olivicoltura.
Il settore oleicolo occupa un posto strategico nella economia del Paese nordafricano.
Il primo piano olivicolo nazionle in Tunisia è stato lanciato nel 1988, seguito da una sua revisione nel 1994 e infine l’apertura del settore agli esportatori.
Una politica che ha permesso di costruire un settore, estendendo le aree di oliveti che oggi rappresentano un terzo dei seminativi in Tunisia.

L'accento posto sul settore dell'olio di oliva ha consentito di triplicare la produzione tra il 1960 e il 2008.
La Tunisia si dichiara infatti il secondo maggior produttore mondiale d’oli d’oliva, dopo l’Ue (vista quindi nel suo complesso) con un’area olivetta di 1,7 milioni di ettari e 70 milioni di olivi. La produzione media è di circa 165 000 tonnellate, rappresentando circa il 6% della produzione mondiale.

I frantoi operanti sono circa 1 700, con una capacità di stoccaggio stimata in 350 000 tonnellate

Questo settore ha un impatto sociale determinante in Tunisia in quanto occupa più di un milione di persone, tra cui 300.000 olivicoltori, ovvero circa il 60% degli agricoltori in attività.

L'importanza economica del settore si riflette nel suo contributo nell’export:pari 44% delle esportazioni agricole tunisine. La media annuale delle esportazioni di olio d'oliva ha raggiunto negli ultimi dieci anni quasi 120 mila tonnellate, dunque il 70% della produzione nazionale viene esportata.

Questi sforzi hanno avuto un impatto positivo sulla olivicoltura e hanno attratto gli molti investimenti privati per nuove piantagioni, la lavorazione e il condizionamento del olio d'oliva.

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