Mondo 06/05/2020

La crescita del Portogallo nel commercio dell'olio d'oliva mondiale

La crescita del Portogallo nel commercio dell'olio d'oliva mondiale

In soli cinque anni l'olivicoltura portoghese ha incrementato del 50% il proprio export, con destinazioni preferenziale la Spagna e il Brasile. Grazie a un'azienda olearia di prima grandezza i maggiori volumi venduti come sfuso


Il Portogallo cresce, attestandosi ormai stabilmente come quarta potenza olearia del Vecchio Continente, ma soprattutto con la voglia di insidiare Grecia e Italia in una prospettiva di medio termine.

Secondo gli ultimi dati di Eurostat, e elaborati dalla Casa do Azeite - Associação do Azeite de Portugal, nel 2019 gli operatori portoghesi hanno esportato 189.314 tonnellate di oli d'oliva, con un aumento dell'8,6% rispetto al 2018.

Ma è soprattutto la progressione nel quinquennio a impressionare. Se nel 2015 il volume esportato si è attestato a 127.000 tonnellate, l'anno scorso è stato vicino alle 190.000 tonnellate, di cui quasi 80.000 tonnellate sono state destinate al mercato spagnolo, il che si traduce in un incremento del 4,8% rispetto all'anno precedente; seguono le vendite in Italia dove hanno già superato le 29.500 tonnellate ma hanno subito un calo del 6,5%. Va detto che le esportazioni verso la Spagna e l'Italia corrispondono in gran parte alle vendite all'ingrosso, e Sovena è il principale operatore in questo settore.

E se l'anno scorso è stato un buon anno per le esportazioni portoghesi di olio d'oliva, il 2020 sembra che potrebbe rappresentare un nuovo record. In particolare, il volume totale esportato nei mesi di gennaio e febbraio è stato di 40.500 tonnellate, di cui 17.980 tonnellate sono arrivate in Spagna, cioè il 56,6% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; seguono il Brasile con 14.580 tonnellate e l'Italia con 4.553 tonnellate, principalmente si tratta di vendite di olio sfuso.

di C. S.