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Paure e opportunità per il mercato dell'olio di oliva in Spagna

I consumi interni sono lievemente aumentati per l'effetto Coronavirus che ha spinto all'accaparramento. Previsioni positive per le vendite all'industria alimentare mentre incognito resta l'impatto per lo stop dell'Horeca

19 marzo 2020 | T N

La situazione in Spagna a seguito dello scoppio dell'epidemia da Coronavirus anche nel Paese iberico è un misto di paura e di cauto ottimismo.

La produzione 2019/2020 si conferma una delle più basse dell'ultimo decennio, con 1,1 milioni di tonnellate prodotte. Solo nel 2012/2013 e 2014/2015 era stato prodotto meno.

Gli elevati stock avevano portato il prezzo ad abbassarsi a livelli record, intorno ai 2 euro/kg, anche per i consumi che stentavano a decollare a livello internazionale.

Ora la pandemia da Coronavirus attraversa le menti degli operatori iberici in un mix di paura e opportunità.

In particolare potrebbe essere il mondo del commercio a sorridire, non solo per l'effetto accaparramento nei supermercati, ma soprattutto per un redivivo interesse dell'industria alimentare per gli oli di oliva che rientrano nella preparazione di molti piatti pronti.

E' così che, nelle ultime due settimane, si assiste a un nuovi dinamismo nei mercati all'ingrosso, con gli stock dei commercianti in diminuzione, rispetto alle 300 mila tonnellate registrate a fine febbraio. La destinazione del prodotto, però, non consente di spuntare premi di prezzo e pertanto, come risulta dal canale PoolRed, il prezzo all'ingrosso dell'extra vergine resta inchiodato a 2,19 euro/kg mentre quello del lampante a 1,73 euro/kg.

I prezzi sono largamente inferiori al costo di produzione.

Se le proteste sono sospese, resta molta incertezza, da parte del mondo produttivo più piccolo, sul proprio futuro, stretto tra quotazioni all'ingrosso impossibili e un canale Horeca bloccato a tempo indeterminato con un calo dei consumi evidnete del prodotto premium.

L'unica soluzione, per molte associazioni di settore, sarà l'abbandono. Le organizzazioni agricole hanno fatto notare negli ultimi anni che in Spagna ci sono circa 100.000 ettari di oliveti a rischio di abbandono, a causa della difficoltà e dell'alto costo del raccolto, che in molti casi è unico per le basse rese delle loro varietà.

Secondo fonti industriali del settore dell'olio d'oliva e organizzazioni agricole in Andalusia, Castiglia-La Mancia ed Estremadura, che concentrano più del 90% della produzione spagnola, più di 30.000 tonnellate di olio d'oliva sono rimasti nei campi in questa stagione poichè molti produttori hanno deciso che non erano compensati per il raccolto.

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