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Il Consiglio oleicolo internazionale sotto l'alto patronato della monarchia spagnola

L'organismo internazionale, sotto l'egida dell'Onu, celebrerà il suo sessantesimo anniversario sotto l'alto patronato del Re Felipe VI di Spagna. L'invito è partito dal segretariato esecutivo del Coi

25 luglio 2019 | T N

Abbiamo l'onore e il piacere di annunciare che giovedì 28 novembre 2019 il CIO celebrerà il suo 60° anniversario. Per commemorare questo giorno speciale, il Segretariato Esecutivo ha invitato il Re di Spagna a partecipare. Il Palazzo Reale ha gentilmente accettato il nostro invito e siamo lieti di annunciare che il giorno sarà posto sotto l'alto patronato di Sua Altezza Reale il Re Felipe VI di Spagna.

Fin qui lo scarno comunicato del Consiglio oleicolo internazionale.

E' quanto meno singolare che in una data così importante sia stato invitato solo il Capo di Stato spagnolo e non, almeno, tutti i capi di stato delle nazioni fondatrici del Coi, tra cui si annovera anche l'Italia.

Tanto più che la concessione dell'Alto Patronato indica chiaramente che è la Corona spagnola a mettere il cappello sull'evento, quasi fosse lei a celebrare l'anniversario piuttosto che un consesso mondiale sotto l'egida dell'Onu, come dovrebbe essere.

Una scelta diplomaticamente molto discutibile che pone il Consiglio oleicolo internazionale sempre più nell'orbita iberica piuttosto che proporsi come organismo terzo e imparziale.

Vero che la sede del Coi è a Madrid, che la maggioranza dei suoi funzionari sono spagnoli e che il direttore aggiunto è anch'esso spagnolo ma la mancata volontà di mantenere almeno l'apparenza di terzietà è un messaggio molto chiaro che, unitamente alle vicende della rielezione dei vertici, indicano la strada intrapresa con l'asse spagnolo-tunisino a dominare in maniera assolutistica e tutti gli altri paesi pronti a essere colpiti e puniti nel caso non assecondino il volere dei nuovi padroni dell'olio d'oliva mondiale.

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