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La Commissione europea taglia i fondi all'agricoltura

Forte aumento degli stanziamenti per giovani, immigrazione e sicurezza. Taglio del 5%, o anche più, alle risorse destinate alla politica agricola comunitaria. Lçe proteste di Cia e Coldiretti

02 maggio 2018 | T N

Nel dopo Brexit, la Commisione europea vara la prima proposta di bilancio dell'Ue a 27.

Dal 2021 al 2027 l'impegno di spesa è stato quantificato in 1.279 miliardi.

Il presidente della Commissione europea ha parlato di “proposta ragionevole e responsabile”, delineando i tratti di un documento che prevede il 5% dei tagli ai fondi di coesione e alla politica agricola comune, risorse aumentate di 2,6 volte per il capitolo migrazione, di 2,2 volte per Erasmus e giovani, di 1,8 volte per la sicurezza e di 1,6 volte per digitale e ricerca.

L'aumento di risorse necessario per finanziare le nuove priorità del bilancio Ue 2021-2027 verranno ricavate da nuove risorse proprie dell'Ue (80%) e risparmi (20%), per un totale fino a 22 miliardi l'anno pari al 12% dell'intero bilancio europeo. Le nuove risorse includono una tassa sulla quantità di plastica non riciclabile per Paese (80 centesimi a kg), il 20% dei proventi della vendita delle quote di emissioni di CO2 e un'aliquota del 3% sulla nuova base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società.

Le proteste dell'agricoltura italiana

A pagare il conto della Brexit non puo’ essere l’agricoltura che è un settore chiave per vincere le nuove sfide che l’Unione deve affrontare, dai cambiamenti climatici, all’immigrazione, alla sicurezza. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel commentare la proposta della Commissione Ue sul primo bilancio pluriennale dopo l’uscita della Gran Bretagna, che prevede una riduzione complessiva per le spese di Politica Agricola Comune (PAC) che ammonta al 9,5% a prezzi correnti. Indebolire l’agricoltura, che è l’unico settore realmente integrato dell’Unione, significa minare – ha sottolineato Moncalvo – le fondamenta della stessa Ue in un momento particolarmente critico per il suo futuro. Il taglio dei fondi destinati all’agricoltura (Pac) nel bilancio per l’Unione Europea – ha continuato Moncalvo – è insostenibile per le imprese e per i cittadini europei che per il 90% sostengono la politica agricola a livello comunitario per il ruolo determinante che essa svolge per l’ambiente, il territorio e salute, secondo la Consultazione pubblica promossa dalla stessa Commissione europea. Garantire un equo tenore di vita per gli agricoltori – sottolinea la Coldiretti – è un’esigenza fondamentale per la maggioranza dei cittadini (88%) che sottolineano come gli agricoltori ricevano solo una piccola quota del prezzo finale al consumo dei prodotti alimentari (97%). “Un indirizzo importante nelle scelte per il futuro della Politica Agricola Comune (Pac) dove pero’ occorre cambiare rafforzando tutte le misure che escludono la “rendita” e premiando chi vive di agricoltura per puntare su un’assegnazione degli aiuti che consideri anche il contributo alla sostenibilità sociale e quindi all’occupazione, da parte delle imprese agricole”, ha aggiunto il presidente della Coldiretti nel sottolineare l’esigenza di “valorizzare la distintività delle produzioni di cui la tracciabilità dell’origine e l’etichettatura sono i principali strumenti per recuperare valore sul mercato”.

Le prime cifre annunciate dalla Commissione europea, sul prossimo quadro finanziario pluriennale dell’Unione, evidenziano la volontà di un rilancio del progetto comunitario, nel momento in cui cresce la dotazione finanziaria complessiva e la sua incidenza sul prodotto interno lordo dell’Unione. Nuove importanti politiche vengono attivate, evidenziando un impegno dell’Europa sul fronte dell’immigrazione e della sicurezza. Questa la prima analisi generale della Cia-Agricoltori Italiani in merito alle notizie che iniziano a giungere da Bruxelles sulle prossime dotazioni finanziarie, che traguarderanno l’anno 2027. Tuttavia -evidenzia la Cia- sul fondamentale capitolo agricolo i tagli annunciati non sono accettabili per l’importanza strategica che occupa il settore dal punto di vista socio-economico e ambientale. E’ necessario -prosegue la Cia- che il budget destinato alla Politica agricola comune (Pac) rimanga inalterato, per una prospettiva di mantenimento e di sviluppo dell’agricoltura europea e italiana. La Pac -spiega la Cia- ha, da sempre, garantito lo sviluppo di un’agricoltura di qualità, salvaguardando la salute dei cittadini europei, consentendo il mantenimento e lo sviluppo sociale ed economico delle aree rurali, contribuendo al mantenimento del paesaggio e dell’ambiente. E’ fondamentale -secondo l’organizzazione degli agricoltori- che gli Stati membri diventino ancora più responsabili agiscano per lo sviluppo del progetto europeo, assicurando la possibilità di contribuire maggiormente al budget, così da scongiurare tagli che impatterebbero non solo sul settore agricolo ma in generale sui cittadini europei. Il Dibattito è appena iniziato -conclude la Cia- ora la Commissione dovrà discutere con Parlamento e Consiglio per chiudere il negoziato entro i primi mesi del 2019, così da scongiurare eventuali incertezze già per il 2021.

“Tagliare i fondi all’agricoltura per far quadrare i conti di un bilancio che resterà inadeguato, dimostra che c’è scarsa fiducia sul futuro della costruzione europea”. Questo il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, in relazione alla proposta della Commissione europea sul nuovo quadro finanziario della UE (periodo 2012-2017), che prevede la riduzione delle spese destinate all’agricoltura per un ammontare di circa 40 miliardi di euro a prezzi correnti rispetto all’attuale dotazione. In particolare, i trasferimenti diretti agli agricoltori potrebbero subire un taglio superiore al 7%.  “È sbagliata e da respingere al mittente - ha aggiunto il presidente di Confagricoltura - anche la proposta di ridurre i trasferimenti alle imprese di maggiore dimensione. Vale a dire, quelle che assicurano la maggior parte dei posti di lavoro, producono per il mercato interno e per le esportazioni e sono aperte all’innovazione”.  “Le vere imprese agricole - ha continuato Giansanti - hanno assicurato produzioni abbondanti, sicurezza alimentare, tutela del territorio e delle risorse naturali. Il tutto ad un costo che non arriva a trenta centesimi al giorno ad abitante. Alla luce di queste cifre, i tagli proposti dalla Commissione europea sono inaccettabili”.  “L’agricoltura rientra a pieno titolo nella lista dei beni comuni che l’Unione Europea deve tutelare e valorizzare – ha concluso il presidente di Confagricoltura -. Occorre salvaguardare la dotazione finanziaria destinata all’agricoltura europea negli anni a venire, per continuare a dare un quadro di riferimento positivo a supporto della crescita di tutte le imprese, senza alcuna discriminazione. È questo l’obiettivo per il quale lavoreremo in ambito europeo e a livello nazionale”.

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