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Altri 3000 ettari di oliveto a denominazione d'origine per il Marocco
Nella provincia di Ouezzane prevista la riconversione da cerealicoltura a olivicoltura grazie al finanziamento della Banca Islamica per lo Sviluppo. Verranno così aiutati 1500 agricoltori a produrre un olio d'oliva a denominazione d'origine
09 marzo 2017 | T N
Il Marocco, anche grazie al suo piano verde, vuole innovare molto la sua agricoltura, cercando anche di sfruttare il boom mondiale dei consumi di olio d'oliva degli ultimi decenni.
E' questa la ragione per cui, fin dal 2012 ha deciso di proteggere l'olio della provincia di Ouezzane con una denominazione d'origine. L'extra vergine prodotto in quest'area è di fatto un monovarietale di Picholine marocaine.
Le basi storiche sono state acclarate da molti studi e dimostrano che l'olivicoltura, nella regione, è nata grazie agli Antichi Romani, anche se sono pocvhi gli alberi secolari. Qualche esemplare è stato stimato avere 500 anni, mentre la maggior parte degli olivi più vecchi nell'area non ha più di 200 anni.
La provincia di Ouezzane è però vocata all'olivicoltura ed è questa la ragione per il cui il governo marocchino ha deciso di spendere qui 71 milioni di dinari (circa 6,7 milioni di euro) per un progetto che coinvolgerà 1500 agricoltori e 3000 ettari, già coltivati a grano che diverranno oliveti.
I fondi vengono dalla Banca Islamica per lo Sviluppo e serviranno anche per la realizzazione di quattro centri di lavorazione delle olive da tavola e frantoi.
Infatti, a regime, il progetto prevede la produzione di 1700 tonnellate di olio d'oliva a denominazione d'origine e di 2400 tonnellate di olive da tavola. L'olio dovrebbe essere venduto a un prezzo di circa 35 dinari (3 euro) al litro.
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