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La Spagna chiede all'Unesco di tutelare l'Andalusia e il suo "Mare d'Olivi"

Un milione e mezzo di ettari olivetati, più dell'intera superficie olivicola italiana. E' questa distesa che la Spagna vuole tutelare, facendole diventare patrimonio dell'umanità. La decisione finale arriverà nel 2019

30 agosto 2016 | T N

La Spagna vuole acquisire la leadership cuturale dell'olivo e lo fa anche cercando di candidare i suoi paesaggi, certamente unici, a patrimonio dell'umanità, così facendoli tutelare dall'Unesco.

E' quanto accadrà al "Mare d'Olivi" della provincia di Jaen, in Andalusia, che stanno attivando la procedura, sostenuti dal governo iberico. La Spagna ha già 45 siti Unesco, ed è la terza nazione, dopo Italia e Cina, tra quelli con più riconoscimenti.

Tra i patrimoni immateriali dell'umanità condivisi con l'Italia, la Dieta Mediterranea.

Secondo i promotori della richiesta l'Unesco non potrà non considerare l'estrema caratterizzazione del paesaggio andaluso. Per chilometri, infatti, sembra di navigare in un mare d'olivi. Sono 180 milioni le piante, distribuite su 1,5 milioni di ettari.

Per fare un confronto l'intera Italia ha un patrimonio olivicolo di 250 milioni di alberi su una superficie di 1,1 milioni di ettari.

La commissione tecnica che si occuperà dell'istanza all'Unesco sarà composta dai rappresentanti del governo della provincia di Jaen, dal governo regionale andaluso, dall'Università di Jaén, dal mondo delle cooperative, dall'associazione del biologico andalusa (Asac), dall'associazione per lo sviluppo rurale (Ara), dalla Fondazione Guillen e dall'associazione delle città dell'olio iberiche (Aemo).

I comuni interessati dal progetto sono 300, le aziende agricole che verrebbero coinvolte 170 mila.

L'Andalusia presenterà l'istanza al governo spagnolo, che ha già fatto sapere di approvare l'idea, entro il 2017 e la decisione finale dell'Unesco è attesa per il 2019.

 

 

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