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Vacanze in Marocco, attenti all'olio d'oliva
Il Marocco ha appena varato un programma pluriennale per una corretta cultura olearia. L'85% dell'olio d'oliva viene venduto sfuso e spesso non rispetta le normative del Coi. Il tasso di acidità può arrivare anche al 7%, contro lo 0,8% massimo per l'extra vergine
20 luglio 2016 | T N
In Marocco, al di fuori dei circuiti commerciali convenzionali, non sono venduti oli di qualità.
A certificarlo è la Federazione nazionale dell'olio d'oliva marocchina che ha avviato un programma straordinario, attivo dall'ottobre prossimo, proprio per diffondere la corretta cultura olearia nel Paese.
Fuori dal circuito della distribuzione organizzata, infatti, l'olio di oliva viene venduto sfuso. E' proprio questo genere di vendita a rappresentare ancora la maggior parte del commercio oleario in Marocco, con l'85% del totale dell'olio venduto, contro il 15% nella GDO.
La qualità dell'olio al di fuori dei canali distributivi convenzionali è però mediocre.
Secondo il presidente della Federazione dell'olio d'oliva marocchina, Rachid Benali “facendo solo l'acidità scopriamo che gli oli venduti sfusi hanno tassi del 6, anche 7%, contro il massimo del 2% per un olio vergine di oliva. Oltre il 7% di acidità si possono anche avere effetti negativi per la salute.”
Nel caso di vacanze in Marocco, dunque, è sconsigliabile acquistare olio di oliva al di fuori della GDO, anche se, nella vulgata generale, l'olio migliore si trova proprio fuori dai canali distributivi classici.
“E' molto difficile il controllo della qualità nel caso delle vendite tra privati o sulle bancarelle – spiega Benali – spesso l'olio non è conservato in recipienti adeguati e non ha un'etichetta col nome del produttore.”
Il Marocco ha così stanziato 2,2 milioni di euro per una campagna triennale di informazione affinchè la stessa popolazione marocchina possa imparare a riconoscere la qualità dell'olio d'oliva, scegliendo quello che risponde ai parametri del Coi e che segue buone norme di conservazione, etichettatura e imballaggio.
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