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Perchè Jean Luis Barjol non risponde alle mail?
C'è ormai uno stato di guerriglia permanente all'interno del Consiglio oleicolo internazionale. La presidenza turca blocca il direttore esecutivo. Convocata una sessione straordinaria per gli inizi di febbraio
29 gennaio 2015 | T N
E' la peggiore campagna olearia degli ultimi anni, con una produzione che non coprirà, salvo riduzione dei consumi, il fabbisogno. Le quotazioni sono elevate, tra i malumori dei paesi consumatori, e le dinamiche di mercato al dettaglio sono tutt'altro che chiare, con prodotti in offerta ancora a prezzi scandalosi rispetto alle indicazioni che giungono dalle borse merci di Jaen e Bari.
In un simile frangente l'attività del Consiglio oleicolo internazionale potrebbe essere determinante, attraverso una comunicazione chiara e forte, precisi indirizzi e un attento monitoraggio del mercato.
Servirebbe una guida autorevole e un uomo che sapesse reggere il timone in acque tempestose.
Ci troviamo invece un direttore esecutivo che nemmeno può rispondere alle mail, un paradosso. Responsabilità della presidenza turca che l'ha esautorato con una missiva alla fine del 2014, nonostante la 102a sessione del Consiglio lo avesse messo in sella fino al 31 gennaio 2015.
Ecco allora la convocazione di una sessione straordinaria del Consiglio del Coi per gli inizi di febbraio, per ristabilire la normale operatività e cancellare la decisione della presidenza turca.
Un gran caos, anche perchè le diplomazie dei due opposti schieramenti non si sono certo fermate in queste settimane e la volontà turca di creare un fronte arabo nel Coi, contro quello europeo, appare tutt'altro che sopita.
Questi sono gli effetti della scellerata iniziativa dell'Unione europea, avvallata dal silenzio dell'Italia, di voler confermare a tutti i costi Jean Luis Barjol alla direzione esecutiva del Consiglio oleicolo internazionale.
Chi rompe paga e i cocci sono suoi.
Peccato che i cocci, in questo caso, rischino di essere quelli del Consiglio oleicolo internazionale.
Basterà una sessione straordinaria del Consiglio del Coi a ristabilire la quiete oppure sarà un altro atto di una guerriglia che si protrarrà almeno fino alla fine di maggio, quando avrà fine il turno della presidenza turca? Basteranno pochi mesi alla nuova presidenza per varare un nuovo accordo che tenga in vita il Coi oltre la fatidica data del 31 dicembre 2015? Ma soprattutto come farà il Consiglio oleicolo internazionale a occuparsi del settore olio d'oliva quando non può neanche garantire la sua stessa vita e operatività?
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