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Prezzi in salita per l'olio extra vergine d'oliva e timori per l'impatto sui consumatori

Secondo l'Associazione dei giovani agricoltori di Jaen la produzione iberica non supererà le 780 mila tonnellate. E invita gli associati a calmierare le quotazioni per non far abbandonare il consumo di extra vergine

16 dicembre 2014 | T N

E' un deja vu per l'Associazione dei giovani agricoltori di Jaen (Asaja) questa campagna olearia 2014-15. Molto simile a quella di due anni fa.

Dopo una campagna record, 1,7 milioni di tonnellate, ci si ritrova a fare i conti con un'annata di scarica. L'anno scorso solo la provincia di Jaen produsse 752 mila tonnellate, quasi come la previsione per tutta la Spagna quest'anno: 780 mila tonnellate. La provincia più olivetata del mondo produrrà 270 mila tonnellate, da sola molto più dell'intera produzione italiana.

Asaja teme però un'eccessiva pressione sul fronte dei prezzi, dopo che l'anno scorso tra export (1,1 milioni di tonnellate) e consumi interni (550 mila), la penisola iberica bruciò 1,6 milioni di tonnellate.

E' quindi fisiologico un incremento dei prezzi ma Asaja mette in guardia gli associati da rincari eccessivi che potrebbero indurre il consumatore ad abbandonare il consumo di extra vergine.

L'organizzazione agricola ha quindi lamentato la mancanza di strumenti di regolazione del mercato che ha invece “una sua vita”, anche a causa dell'andamento produttivo in Italia, Grecia e Tunisia.

Secondo il segretario generale di Asaja Jaen si trova ancora olio “a circa due euro” ma se si cerca qualità il prezzo sale a tre.

Asaja Jaen ha quindi riproposto il tema di rimodulare i regolamenti comunitari, per prevedere sistemi che consentano di non svendere il prodotto in anni di carica e di non incrementarli così sensibilmente in anni di scarica. Ha quindi sollecitato l'amministrazione regionale a farsi carico della materia poiché “se la Spagna non innalza tale bandiera, difficilmente lo faranno altre nazioni”.

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