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La burocrazia Made in Cina che blocca il vino italiano

L'inchiesta antidumping del governo cinese si avvia cercando di mettere i produttori europei contro i propri governi. Delazione in cambio di sconti sul futuro aumento dei dazi doganali

13 luglio 2013 | T N

E' cominciata la guerra commerciale tra Unione europea e Cina, anche se in sordina.

Dopo che la Germania ha fatto bloccare da Bruxelles l'ingresso nell'Unione europea dei pannelli solari cinesi, il governo di Pechino è corso ai ripari prendendosela con i produttori vitivinicoli europei, con la dichiarata volontà di farli schierare contro l'Eurotower.

Non si può dare altri chiavi di lettura alla notizia per cui chi si iscriverà, entro il 20 luglio, a un elenco di esportatori, potrà sì essere controllato dalle autorità cinesi nell'ambito dell'inchiesta antidumping ma godrà anche del privilegio di essere considerato un cooperante e quindi godrà di sconti sul futuro aumento dei dazi.

La Cina sta cercando insomma di allettare i produttori vitivinicoli europei per un'operazione di delazione su vasta scala, volta a trovare le prove del dumping e giustificare le misure di ritorsione, già abbondantemente previste, per il blocco dei pannelli solari.

Due i moduli da compilare (li trovate qui e qui) e da inviare via fax al numero indicato.

Apparentemente l'iscrizione è facoltativa, questo almeno indica il Ministero del commercio cinese, in realtà, sia in ragione dei potenziali vantaggi economici (riduzione dazi) sia del fatto che presto il regiustro dovrebbe divenire obbligatorio, l'iscrizione è vivamente caldeggiata.

Il Mipaaf, il Ministero dello sviluppo economico e l'Ice si sono già attivati per aiutare le imprese, specie quelle più piccole, nella compilazione dei modelli e nell'espletamento delle procedure.

Per ulteriori informazioni: anti.dumping@mise.gov.it

L'indagine cinese sul vino si chiuderà entro il 1 luglio 2014.

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