Mondo
La crisi dell'olio d'oliva si estende ai nuovi paesi produttori
Dopo un periodo di folgoranti exploit ora anche in Sud America e in Australia si fanno i conti con risultati economici deficitari
10 dicembre 2011 | R. T.
Il settore dell'olio d'oliva in Argentina e Australia è in piena crisi.
Per quanto riguarda l'Australia i problemi insiti della loro olivicoltura sono molteplici e primi fra tutti le siccità estive, molto più drammatiche che nel recente passato, che portano a una diminuzione delle produzioni rispetto alle attese. Oltre a questo la battaglia contro due colossi della grande distribuzione australiana, Coles e Woolworths da soli detengono l'80% del mercato, sta sfavorendo la produzione locale. Una guerra basata sull'importazione, da parte delle suddette catene, di oli a basso costo che “ucciderebbero” il mercato. In particolare gli olivicoltori australiani denunciano che in queste condizioni i business plan su cui sono stati costruiti i piani di finanziamento per la costituzione di grandi impianti olivetati non sarebbero più veritieri non per mancanza di professionalità da parte degli operatori ma per una crisi dei prezzi non prevedibile. L'appello è allora che il governo possa fare da intermediario con le banche per raggiungere compromessi soddisfacenti per il rientro del debito, attraverso una rinegoziazione complessiva dei finanziamenti.
Toccata dalla crisi anche un'altra isola felice. E' l'Argentina, dove l'aumento dei costi interni e una stagnazione del dollaro stanno complicando l'attività di esportazione. Ricordando che solo il 15% dell'olio prodotto viene consumato nel paese, i prodottori denunciano un calo dei prezzi che ha fatto perdere il 30% del reddito nel giro di tre anni con conseguenze pesanti per il comparto. Infatti, dal 2005 ad oggi, il prezzo dell'olio d'oliva è sceso del 36%. Attualmente, una tonnellata di olio extra vergine di oliva costa $ S2.500, quando nel 2005 costava $ S3.400. Anche per quanto riguarda le olive da mesa la situazione appare disastrosa, oggi il loro costo è di $ 1.000 per tonnellata, quando l'anno scorso valevano $ S1.400. Una situazione difficile aggravata dai problemi economici dell'Europa e in particolare dei produttori leader a livello mondiale di olio d'oliva e olive in salamoia che sono Spagna, Grecia, Portogallo e Italia. "Proprio queste nazioni stanno aggravando la nostra crisi. Questa situazione ha ridotto anche i loro consumi interni e li porta a vendere le loro eccedenze sul mercato estero a prezzi bassi con pagamenti fino a 180 giorni, quando prima erano 30 giorni. Condizioni che ci sfavoriscono" ha detto Armando Mansur, presidente dell'Associazione di Mendoza Oliva (Asolmen).
La crisi si estende a macchia d'olio.
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Jose Maria Lainez
10 dicembre 2011 ore 21:46Salve
como intersado en el aceite de calidad pregunto:
¿por que desaparece en el Borsino del Oleo de Teatro Naturale la cotizacion de el buen aceite de Arbequina??
¿Por que no conocer el precio que los importadores estan pagando en España por este EVOO??
gracias