Libri

Viaggi incantati. Una donna ‘in penna’ a spasso nel mondo. Per assaporarlo

Un vero e proprio tuffo dentro se stessa. Paola Cerana compie uno spogliarello dell’anima con i tratti del candore fanciullesco di una creatura affamata di vita

28 marzo 2009 | Enzo Lo Scalzo

A Natale avevo dedicato a Paola Cerana la riedizione del Grande Libro del Baccalà del conte Cerini, convinto del suo particolare amore per i viaggi e per la cucina di un pesce generoso e animato dalla sua vita di gruppo.
Il contrasto con il suo carattere apparentemente solitario la rendeva vittima facile e particolarmente sensibile ai contenuti della tradizione e dell’innovazione che Gadus Morhua, umile frequentatore dei mari freddi, ha generato in Europa da secoli nella storia dell’alimentazione per l’uomo.

Ebbene, la sua reazione è stata immediata ed è sbocciata come un omaggio alla primavera: il suo libro Viaggi incantati rivela un’Anima ‘in penna’ innamorata delle avventure vissute sull’onda dei mari del Sud, anziché del Nord, verso le spiagge dal “colpo di sole”, com’è occorso spesso a tante signore e signori che, felici, si addormentano incoscientemente sulle spiagge di Ipanema e Copacabana, accarezzate da un velo di brezza che non ripara… dai collassi! Altro che Gadus Morhua! Laggiù si viaggia alla ristorazione del proprio delirio di buon gusto con “sevice”, rhum, cachaça, tè verde on the rocks, frutta e … docce rigeneranti!

La parte forte del suo sfogo letterario accarezza ogni dimensione del piacere del viaggiare. In Viaggi tra terra, cielo e mare parte dalla descrizione surreale del mare visto come un Delirio Azzurro per giungere sulle tracce del Cavaliere Azzurro, a spasso tra i picchi della Baviera, esaltando le emozioni che prova con quel colore che sa d’infinito e che s’imprimerà anche nel lettore in ogni sua sfumatura.
Cielo e mare, pennellate che, attraverso le sue descrizioni, invoglierebbero a passare l’equatore in ogni stagione, per non sprecare un solo attimo di quegli orizzonti che si susseguono e si rincorrono, nell’abbraccio costante tra aria e acqua.

La terra la affascina su un altro piano, quello dell’estetica più che quello dell’emozione. Dalla metropoli al deserto, spazi entrambi immensi, che la fanno sentire libera al centro del mondo. Spazi popolati da umani che spiccano nei suoi incontri e colloqui per spontaneità, voglia di piacere e di gustare la vita. Da Parigi a New York, da Bruxelles a Pechino, l'autrice accompagna per mano chi legge a sentirsi in comunione con lei e con l’atmosfera che respiri.

Il suo gioco con le emozioni e le descrizioni dell’intorno m’induce a giocare con i titoli dei racconti, perché i capitoli si potrebbero spostare come le pedine di una scacchiera della vita, in episodi da ricordare e mai in esperienze da dimenticare.

In Viaggi tra le pagine l'autrice vola tra mente e cuore, attraverso letture a lei care, toccando sensibilità intense e personali, da scoprire di caso in caso, che i brevi capitoli diluiscono in una realtà umana e sociale ricca di attrazione e di riflessioni.
Dal piacere della lettura scivola poi al piacere della musica e della danza, facendo intuire, attraverso le pagine di Viaggi tra le note, la selvatica sensualità di un ballo al ritmo di rumba consumato lungo il Malecon de L’Habana, tanto da solleticare anche chi legge a prenderti per mano per ballare con lei.
Dopo un piacevole transito attraverso il mondo telematico, in Viaggi tra Reti e virtuali pescatori, affascinante e contraddittorio nel suo labile confine tra illusione e realtà, approda in un gustoso vagabondare nei Viaggi tra i sapori.
Qui la lettura scorre curiosamente veloce lasciando pagina dopo pagina impressioni e sensazioni di presenza e partecipazione.

Devo confessare di averti incontrato a seguito di una lettura incredibilmente saziante della Mistica del sushi che mi prese alla testa e alla gola: era un perfetto complemento al mio Oryza 1°, capitolo 12, antologia di Sushi della Storia e Tradizione del riso italiano a tavola. Scoprire la grazia e la tua capacità di comunicare le emozioni dell’incontro con la filiera del riso giapponese era non solo una sorpresa, ma una folgorante voglia di conoscere direttamente la promettente autrice. A questo punto, la scoperta che si trattava di una giovane signora vicina di casa, il cui padre era stato il migliore amico del mio, oltre sessant’anni fa, è stata non la goccia ma la fontana di linfa che ha fatto traboccare il vaso.

Se La mistica del Sushi ha rappresentato lo scatto magico per l’approfondimento di sensibilità della sua anima di scrittrice, l’accessibilità ad altri episodi da te già pubblicati e di altri ancora in elaborazione, ha completato il percorso di comprensione dell’ ”anima” e dell’apprezzamento della “penna”. La Culinaria Brasileira di Sapori e Arte mi è apparso carinissimo, scorrevole e con un finale davvero ardente: scommetto che potresti essere una simpatica esordiente in antologia gastronomica, soprattutto di formazione pitagorica. In Un brindisi in giallo d’Oriente dai una prova esemplare di comprensione del fascino di un vero banchetto della cucina tradizionale cinese e mi piacerebbe metterti alla prova con commenti e reazioni alla cucina di Vincenzo Corrado, il mio autore preferito di fine settecento – primo ottocento, ne Il Cuoco Galante, non solo “pitagorica” ma cucina raffinata europea di corte, o di casa privilegiata dalla bellezza e dalla cultura del buono. Non posso dimenticare, infine, il suo flash di sole, colore e profumo di mango in Sapore del Tramonto, alla Crab house, al largo di Honduras e i golosi tartufi del Venerdì del Grillo nei territori comaschi. E’ un filone che potrebbe riservare delle sorprese di pregevole letteratura legata al buon gusto ed al suo piacere!

Concludi i suoi Viaggi incantati con un intenso abbandono della mente alle sensazioni più profonde del corpo e dell’anima. In Viaggi in tutti i sensi riesce a fare un vero e proprio tuffo dentro se stessa, uno Spogliarello dell’anima che conduce dal candore fanciullesco di una creatura affamata di vita alla passione erotica di una più che mai attuale Anaïs Nin, in fremente attesa di riabbracciare il suo amato Henry Miller.

I panorami interiori si mescolano, così, a quelli esteriori, completandoli. Questa testimonianza diretta si accompagna all’immediatezza dell’affiatamento che il lettore può provare lungo le esperienze raccontate di viaggi effettivamente compiuti e di altri vissuti, non meno appassionatamente, con la fantasia. Il carattere della sua scrittura è aperto, sinceramente spontaneo, la sua capacità di cogliere aspetti e immagini non solo in superficie si accompagna a rispettosi ma intensi sfoghi nella profondità dei significati di parola. Questa dote è piuttosto insolita, tenendo conto della padronanza e della ricerca del linguaggio espressivo che deriva da una rara maturità di lettura e scrittura, senza esibizione, anzi a volte con accenti candidi di prima scoperta!

Altrettanto sorprendente è la passione e il rispetto per le denominazioni descrittive: dai nomi alla natura, dal cibo all’ambiente, dalle sensazioni di pelle alle fantasie. Il piacere della ricerca, della scoperta e della partecipazione alla vita nei territori, alle persone, alle cose viste e piaciute, a volte è espressa con uno stile minuzioso e dettagliato, come una rappresentazione proustiana, a volte prorompente come un’esplosione di natura poco controllabile, altre volte maturata da un godimento intimo, aperto ad una condivisione virtuale o fisica.
La donna caratterizza le pagine di Viaggi incantati: il carattere femminino non si nasconde, anzi si presenta con tutte le sue misteriose incognite.



Paola Cerana, Viaggi incantati. Un’anima ‘in penna’ a spasso nel mondo per assaporarlo, Edizioni Associate

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