Libri

"Il giorno in più", quello necessario per inseguire un sogno

Tutto può accadere. Tra gli ingredienti del nuovo romanzo di Fabio Volo, l'amicizia, l'amore, i dubbi, le scelte

19 gennaio 2008 | Antonella Casilli




Il giorno in più di Fabio Volo. Ogni qualvolta un libro è in testa alle
classifiche schiere di detrattori si attivano per trovare difetti; l’equazione è se piace a molti è di massa quindi non può piacere agli eletti. Accade poi che l’ Italia sia il paese industrializzato dove si legge di meno, dove i lettori forti sono pochi e fortissimi siamo ancor meno.

Nei paesi anglosassoni si legge molto di più. Umberto Saba disse una volta che “il bel canto è italiano, il cinematografo americano, il romanzo poliziesco inglese ” vorrei parafrasare questa frase per affermare che la letteratura d’evasione è anglosassone.

Con tale termine si intende, in generale, quel tipo di produzione realizzata soprattutto in funzione del pubblico cui si rivolge. Letteratura che consegue più che il plauso della critica, il consenso dei lettori.
A questo tipo di letteratura vengono associate, da un punto di vista stilistico la semplicità di scrittura e la funzionalità di quest’ultima alla trama. Il linguaggio è unicamente veicolo della narrazione.
Al di là delle considerazioni stilistiche, lo scopo è quello di rendere piacevole la lettura senza auspicare alla classicità.

Notevole esponente di questo filone, che purtroppo in Italia non decolla (credo rendendo non lettori molti potenziali lettori di genere) è Fabio Volo, il suo ultimo romanzo, Il giorno in più, edito da Mondadori è in vetta alle classifiche.
Sul comodino della sottoscritta sono presenze fisse la Bibbia, La coscienza di Zeno e Il Processo, ma si alterna di tutto, senza facili snobbismi; il romanzo di Volo l’ho letto e mi è anche piaciuto, qualsiasi cosa possa, quindi, dire è frutto di una lettura effettuata e non posizione precostituita.

Il romanzo catapulta il lettore in un contingente nel quale ha facilità a riconoscersi, a sorridere dell’altrui quotidianità che potrebbe essere la propria.
Si racconta la vita di Giacomo un uomo che ha vissuto con levità la prima parte della sua vita adattandosi al ritmo della città, convulsa e caotica, senza porsi domande. Accade, poi, che un giorno, Giacomo incontri, sul tram, una sconosciuta, una bella sconosciuta. Da quel giorno il ritrovarsi, per le tre fermate del tram, diventa un appuntamento , il più importante della giornata.
Il gioco dura poco perché la bella sconosciuta ormai non più sconosciuta svela
progetti lavorativi che la porteranno molto lontano e Giacomo, per la
prima volta in vita sua, decide di non vivere più in superficie ma di
inseguire, complice la sua amica del cuore, un sogno.

Il succedersi delle azioni e l’intrecciarsi delle vicende, in un impianto narrativo
rigoroso, è molto ben coniugato con l’introspezione psicologica. Il lettore diviene stretto confidente dell’io narrante, sa tutto di lui, magari anche qualcosa di troppo, piccole amenità utili ad identificare la struttura personologica di Giacomo.
Seguendo il proprio corpo come unica bussola Giacomo parla di amicizia, dubbi, scelte, amore e di tutti i percorsi esistenziali sempre nella certezza che ad un certo punto della vita può accadere, perché come dice l’autore sulla quarta di copertina “il problema non è quanto aspetti, chi aspetti ”.




Fabio Volo, Il giorno in più, Mondadori, pp. 287, euro 15,50

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