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In un volume i 75 anni della storia dell’Accademia e del suo ruolo di valorizzazione del settore vitivinicolo

In un volume i 75 anni della storia dell’Accademia e del suo ruolo di valorizzazione del settore vitivinicolo

L’Accademia della Vite e del Vino conta oggi 554 membri nelle diverse categorie, ha patrocinato convegni, incontri scientifici e tecnici e ha organizzato e svolto ben 340 Tornate Accademiche, di cui 17 all’estero in Paesi europei ed extra-europei

23 aprile 2025 | 17:00 | C. S.

75 anni di contributi alla crescita del settore vitivinicolo italiano. 75 anni in un libro che raccoglie la storia dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino nata nel 1949 a Siena. «Abbiamo la responsabilità di tramandare alle future generazioni la conoscenza e l’importanza dei valori anche culturali che il vino trasmette e non ultimo un senso ben individuato di felicità, così come ebbe a dire Leonardo da Vinci: “Da noi gli homini dovrebbero nascere più felici e gioiosi che altrove et però credo che molta felicità sia agli homini che nascono dove si trovano i vini buoni”», scrive nella prefazione del volume Antonio Calò, presidente Emerito dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino (Aivv). Come ricorda l’attuale presidente dell’Aivv, Rosario Di Lorenzo, l’Accademia venne istituita con il compito di «contribuire al progresso della viticoltura e dell’enologia e di tutto il comparto vitivinicolo comprendendo, quindi, la valorizzazione e tutela delle produzioni; gli aspetti storici, economici e legislativi del settore; la tutela dell’ambiente, del territorio e della salute del consumatore». Scopi e obiettivi ancor oggi più che mai attuali alla luce delle sfide che il mondo del vino si trova ad affrontare.

E, continua Di Lorenzo, per portare avanti la propria mission «l’Accademia è da sempre impegnata a promuovere e attuare studi, ricerche e dibattiti. Ad organizzare convegni, giornate di studio, corsi di perfezionamento sulle molteplici problematiche concernenti la vite e il vino». Inoltre, ha «istituito premi per lavori scientifici e attività benemerite che contribuiscono al progresso scientifico e tecnologico del comparto vitivinicolo», oltre a «collaborare con istituzioni nazionali e Internazionali, promuovere la costituzione di gruppi di lavoro e di commissioni di studio, nonché diffondere i risultati della ricerca e delle attività Accademiche».

L’Accademia conta oggi 554 membri nelle diverse categorie, lo statuto ne prevede un numero chiuso, ad eccezione degli Accademici Onorari. In 75 anni l’AIVV ha patrocinato innumerevoli convegni, incontri scientifici e tecnici e ha organizzato e svolto ben 340 Tornate Accademiche, di cui 17 all’estero in Paesi europei ed extra-europei affrontando le problematiche più attuali del comparto vitivinicolo e ponendole spesso, con lo svolgimento di “Tornate itineranti” in stretta relazione con gli specifici aspetti dei diversi territori viticoli italiani.

Nel volume sui 75 anni di vita dell’Accademia sono riportate sette brevi ma esaustive relazioni di alto valore, che raggruppano e affrontano tematiche affini, il contributo culturale, scientifico e tecnico. Come infatti sottolinea Di Lorenzo «le Accademie possono ancora svolgere un ruolo importante per lo sviluppo scientifico, culturale, tecnologico ed economico dei comparti produttivi. Sono, infatti, Associazioni capaci di garantire un reale pluralismo di opinioni, un confronto di idee libero da condizionamenti di qualsiasi natura e basato su evidenze e metodo scientifico ed in grado di contribuire, quindi, a individuare le linee di sviluppo di un sistema produttivo, in maniera indipendente e scevra da interessi e condizionamenti di parte».

Il volume vede le prefazioni di Lamberto Frescobaldi, presidente Unione Italiana Vini, «il contributo degli accademici sarà cruciale nel migliorare la vitivinicoltura del domani, specialmente di fronte a problematiche inedite come il cambiamento climatico e i suoi effetti sull’ambiente», e Massimo Vincenzini presidente dell’Accademia dei Georgofili, «l’AIVV ha svolto un ruolo di assoluto rilievo nella valorizzazione del vino italiano, in Italia e all’estero».

Arricchiscono l’opera editoriale, i contributi di Angelo Costacurta, I vitigni ad uva da vino, Oriana Silvestroni, Le innovazioni delle tecniche colturali del vigneto, Michele Borgo, Le conoscenze delle ampelopatie, Diego Tomasi, Ambienti e paesaggi viticoli, Vincenzo Gerbi, Le conoscenze di Enologia e Microbiologia enologica. Ci sono gli studi “L’Accademia e i vini Rosati” di Angelo Costacurta, “Vino e salute” di Giovanni de Gaetano, Simona Costanzo, Augusto Di Castelnuovo. E “Alcune riflessioni di legislazione e cultura vitivinicola a cura di Danilo Riponti, “Storia Economica e Politica della vitivinicoltura italiana” di Davide Gaeta e la “Storia Regionale della Vite e del Vino in Italia” di Giusi Mainardi.

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