Libri 08/12/2007

"AMA E NON PENSARE", PAROLA DI RAFFAELE MORELLI. OVVERO, LA FUNZIONE TERAPEUTICA DELL'EROS

Dopo aver parlato di perfezione, felicità, sofferenza ed armonia, il noto psichiatra affronta ora il tema che più di ogni altro pervade e da' senso all’esistenza umana. Occorre uscire dalle abitudini


Scritto da Raffaele Morelli, che già con i suoi precedenti libri ha messo i lettori a parte delle sue esperienze di psichiatra e psicoterapeuta, Ama e non pensare, edito da Mondadori, aggiunge un piccolo tassello nell’aiuto al lettore ad addentrarsi nel labirintico percorso della conoscenza del Sé.

In questa occasione, dopo aver parlato di perfezione, felicità, sofferenza ed armonia affronta il tema che più di ogni altro pervade e da senso all’esistenza umana: l’amore.
In verità, già dopo le prime pagine ci si accorge che l’autore non ha affrontato un generico discorso sull’amore quanto, piuttosto, sulla funzione terapeutica, curativa dell’Eros, dell’anima erotica che “scende in campo per sanare, per curare i disagi che la vita ci ha dato ”come nelle esperienze che riporta di tanti pazienti e lettori di "Riza Psicosomatica", giornale di cui Morelli è direttore.

In questo libro, dichiaratamente e rigorosamente a tesi, Morelli avverte il lettore della necessità, onde poter fruire delle cure di Eros, “che ci cura
come nessun altra sostanza dell’anima”, che “la coscienza sia pronta ad
accoglierlo e non orientata sui ragionamenti, sulle spiegazioni mentali”.

Infatti, dice l’autore, “solo Eros ci può far diventare autentici, spontanei, naturali…” Ed allora, Morelli, con la certezza dello studioso muove l’accusa che noi adulti moderni “ci siamo irrigiditi : pensiamo che le cose dipendano da noi, solo da noi ”.
Pensa alle nonne che quando perdevano qualcosa si rivolgevano ai Santi
(bellissima quella della nonna dello scrittore Citati che quando non trovava qualcosa ricorreva al suo Santo preferito "Sant’Antonio di velluto fammi trovare quello che ho perduto).
Spiega Morelli , tutt’altro che blasfemo questo antico atteggiamento da un denso significato al sacro quasi l’uomo , consapevole che il divino è “una scintilla presente in ogni cosa”, sa di essere colui che può accenderla e farla
brillare. Analogo a quello dei nonni è l’atteggiamento dei bambini, anche essi non si pongono domande, guardano sgranando occhi innocenti, occhi che non sono offuscati dai pensieri.

I bambini, dice Morelli, vivono in un’altra dimensione dell’anima, dove il pensiero è il grande assente. Ammonisce, quindi, lo studioso, ad essere “come i bambini quando scopriamo l’amore- innocenti, curiosi, liberi da schemi da giudizi- ciò significa assorbire le virtù di Eros e quindi ricevere i tesori che ci sta portando”.
E’ così dunque che si spiega in iconografia Eros “bambino monello pieno di ironia, di sorrisi, spregiudicato e con le ali e la freccia pronta a colpire, a loro
insaputa, uomini e dèi”.

Conclude l’autore che Eros ha la mente libera dei fanciulli, ed avverte che noi adulti dobbiamo essere così di fronte a lui, ricorda anche, però, che i bambini, nella loro anima, hanno anche un’altra forza primordiale che per molti versi assomiglia a Eros ed è Ermes.
Ermes, come ricorda Citati il dio più antico dell’Universo, gioca a fare il bambino ed i bambini come Ermes amano senza vincoli, non sono imbrigliati nelle convenzioni.

“Quella voglia di avventura, di immaginazione, uscire dalle abitudini, dalle regole….. sono e radici dell’anima ermetica del bambino ”.
Frustrare la voglia di avventura, di immaginazione per vivere nelle regole e nella prevedibilità causa disturbi, “parole mai dette, energie inespresse”.
Racconta, l’autore, di Giovanna una ipocondriaca malata di panico che inconsapevolmente si cura ballando "solo quando scendo in pista il panico se ne va".

Diagnostica Morelli “non lo sa ma si cura ballando: la donna morale è
ammalata di panico, la sua anima no, la sua anima vuole vivere” e quel
che ne consegue.
In quei momenti Giovanna sta bene perché non si giudica; Elisa, altro caso di Morelli, ha smesso di avere paura di morire allorchè si è lasciata andare, ha accettato di lasciarsi portare dall’amore, di farsi curare da Eros.
Avverte , però, Morelli che se è vero che l’innamoramento è una benedizione che viene dal dio dell’energia primordiale “ guai a contrastarlo , guai a fare i bigotti, guai a parlare con qualcuno”.
L’io si deve arrendere perché un altro regista sta scendendo in campo.
Se l’io resiste, il balsamo di Eros “non funziona e si trasforma in veleno, quel veleno, dice l’autore, che caratterizza molti degli amori tormentati che vediamo intorno e che non producono niente di buono”.Conclude Morelli che solo a chi accetta di “guardare l’amore senza essere protagonista, senza decidere nulla, senza progetti si aprono le porte dell’anima, cioè della capacità invisibile di realizzare la vera natura”.



Raffaele Morelli, Ama e non pensare,Mondadori, pp. 118, euro 15,50

di Antonella Casilli