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"IL POSTO DEI CATTOLICI" NEL RELATIVISMO IMPERANTE IN ATTO NELLA SOCIETA'. C'E' BISOGNO DI UN BIPOLARISMO MITE

Un saggio di Luigi Bobba induce a far riflettere molta gente che si ritiene cattolica, ma anche coloro che si pongono su altre posizioni. Il pregio principale del libro è di offrire alcune interessanti analisi sulla situazione spirituale, culturale e politica

19 maggio 2007 | Antonella Casilli

Antonella Casilli vista da Filippo Cavaliere de Raho

Sere fa, una persona, per la quale nutro grandissima considerazione, mi
ha consigliato di leggere Il posto dei cattolici di Luigi Bobba, edito
da Einaudi. Per fortuna che c’è il passaparola!

I saggi in libreria sono tutt’altro che in pole position, un saggio con questo titolo, non me ne vogliano vetrinisti e direttori di librerie, è ancor più
difficile. Sono quindi certa, anzi certissima, che se l’amico cui va il mio pubblico grazie, non mi avesse suggerito questo volume, mi sarei privata della lettura.

Il pregio principale di questo libro è quello di offrire delle interessanti analisi sulla situazione spirituale, culturale e politica aiutando il lettore a riflettere con il libro in mano.
Purtroppo, quantunque l’80% della popolazione italiana si ritenga cattolica il relativismo imperante fa si che le percentuali siano variabili e che in alcuni campi si contrappongano cattolici ed uomini di cultura come se essere cattolico togliesse qualcosa al background culturale di una persona.

Sottolinea l’autore, invece, l’importanza di valorizzare la relatività come valore “irrinunciabile del proprio punto di vista e, contemporaneamente, la sua affermazione nello spazio pubblico, dove si forma il consenso sociale e l’opinione della maggioranza”.
Avverte, dunque, l’autore, la necessità che la relatività propria della laicità sia tollerante non remissiva. La relatività non va confusa con il relativismo perché come precisa Bobba “un conto è parlare di relativo rispetto all’assoluto; altro è l’affermazione secondo cui nulla è assoluto, come appunto vuole quel relativismo laicista oggi molto diffuso”.

Alla luce di quanto abbiamo detto prima possiamo ben capire che le differenziazioni non sono arido tecnicismo ma opportune precisazioni che ad un cristiano cattolico non possono e non debbono sfuggire.
Ed il cristiano cattolico non deve più identificarsi in uno schieramento perché c’è bisogno, come asserisce Vittorio Possenti “di un bipolarismo mite, ma non indulgente sui valori”.

E’ riportata nel libro una bellissima citazione tratta dalla conferenza sul cristianesimo in Europa tenuta dal cardinal Ratzinger a Subiaco, poco prima della morte di Giovanni Paolo II. “Ciò di cui abbiamo soprattutto bisogno in questo momento della storia sono uomini che attraverso una fede illuminata e vissuta rendano Dio credibile in questo mondo. La testimonianza negativa di cristiani che parlavano di Dio e vivevano contro di Lui ha oscurato l’immagine di Dio e aperto le porte all’incredulità”.

Ravvisa, quindi, l’autore la necessità di un ripensamento della posizione dei cattolici nella società.
“In un tempo di dittatura del relativismo, di trionfo del pensiero debole, di
nichilismo morbido e gommoso, di una cultura della resa, dell’arrendevolezza, il richiamo alla differenza cristiana non è chiusura, neointegralismo, non è arroccamento contro il mondo è invece riaffermazione della verità, ossia di ciò che non è negoziabile nella società plurale e democratica”.

E’ fondamentale per far ciò che il cattolico laico non si limiti a ripetere le parole della Chiesa ma torni a pensare con una intelligenza illuminata dalla fede.
Avverte Bobba, “la nuova laicità deve consentire alla politica di affrontare i
problemi inediti che attengono. alla vita della persona dal concepimento al suo termine naturale”.
Dal basso della mia profonda e convinta fede cattolica voglio permettermi di porre l’accento sull’abusatissimo termine “biopolitica”.

Come opportunamente rammenta l’autore la politica si è sempre cimentata con le questioni del vivere e del morire ma la frontiera della biopolitica è più sofisticata perché “si presenta on il volto suadente della scienza e della tecnica orientate a migliorare o a modificare la stessa natura umana.”

I cittadini, ormai sono predisposti ad accettare scelte legislative in materia di tutte quelle questioni che riguardano la vita biologica delle persone e la sua riproduzione e penso a cellule staminali, fecondazione assistita, aborto, Ru486, testamento biologico, eutanasia, trapianti, clonazioni, ma penso anche a tutte le nuove tipologie familiari coppie di fatto, omosessuali, nuclei monoparentali, single.

Osserva opportunamente l’autore “ passa per la biopolitica lo spartiacque nascosto, l’invisibile linea di displuvio, il diaframma obliquo e trasversale che attraversa i due schieramenti politici, spacchettandoli e rimescolandoli al di là degli obsoleti dualismi tra destra e sinistra, conservatori e progressisti”.
Proprio in sintonia con questa necessità di trasversalità che si avverte nel mondo politico cattolico mi piace concludere riportando un ammonimento letto tempo addietro in “ Senza radici” di Pera e Ratzinger edito da Rizzoli "..la Chiesa non vuole imporre agli altri ciò che non comprendono, ma si aspetta, da parte loro, almeno il rispetto per la coscienza di coloro che lasciano guidare la loro ragione dalla fede cristiana. Dove neanche a questa libertà fosse dato spazio, il cristiano dovrebbe … rivendicare il diritto a una
resistenza passiva e così offrire una testimonianza di coscienza che,
in qualche modo, potrebbe far riflettere e condurre alla formazione di
una nuova coscienza".



Luigi Bobba, Il posto dei cattolici, Einaudi, pp. 152, euro 8

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