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CON ROBERTO SAVIANO IL MONDO DELLA CAMORRA VIENE RACCONTATO PER ESSERE RESO FRUIBILE DA TUTTI

E’ verosimile che i magistrati abbiano utilizzato il suo libro come mezzo di comprensione della realtà nella quale sono chiamati ad operare. In piena sinergia tra sfera emotiva e sfera razionale, “Gomorra” cattura e coinvolge più di quanto non facciano le cronache

11 novembre 2006 | Antonella Casilli

Antonella Casilli vista da Filippo Cavaliere de Raho


Del libro di Roberto Saviano, Gomorra, edito per i tipi di Mondadori nella collana “Strade Blu” si è parlato tanto, ancor prima che uscisse, e sempre più anche per le note vicende di cronaca nera nel napoletano, legate agli accadimenti degli ultimi giorni: “Corleone, in confronto a Casal di Principe, è una città progettata da Walt Disney”.

E allora propenderei, prendendo spunto da questo libro, per affrontare un tema che mi è molto caro, l’uso della letteratura come mezzo di comprensione profonda della realtà.
La letteratura, mediante le sue strutture e il suo linguaggio, coltiva l’immaginazione in una maniera che integra il modello razionale, aiuta a comprendere la realtà nella quale si è chiamati a vivere ed agire.

Non si tratta di alternativa tra immaginazione contro razionalità pura, quanto di ricorrere a forme di razionalità che, non poggiando su presupposizioni false, siano più comprensive; del resto, già Aristotele nella Poetica diceva che il compito della letteratura (nel suo caso la tragedia) è dire come le cose possono avvenire offrendo in tal modo una reale conoscenza sul mondo. Per usare le parole di Saviano “una verità non raccontata, riportata, fotografata, ma è lì che ti si dà”.

L’ autore sente la necessità di rendere fruibile la realtà al lettore.
Saviano lo fa anche utilizzando il ritmo; nelle parole citate prima, ad esempio vediamo con un’esemplificazione della realtà, la verità, cioè tutto il contingente, in forma di racconto, reportage, fotografia, favorendo una capacità di immaginazione essenziale all’elaborazione intelligente.

La capacità di raccontare di Saviano, non surroga, non fa sconti, racconta il mondo per quello che è. “Dopo aver fissato una guerra di camorra nelle pupille, le immagini troppo numerose gonfiano la memoria, e non ti vengono in mente singolarmente ma tutte insieme, sovrapponendosi e confondendosi. Non puoi fare affidamento sugli occhi”.

Possiamo dire a proposito di Gomorra, quello che è stato detto del romanzo realista dell’Ottocento: può offrire una realtà sociale più comprensibile di quanto non facciano le cronache mantenendo in esercizio capacità valutative più profonde.
E’ infatti accaduto che si siano visti magistrati della Procura di Napoli, interessati al libro di Saviano: è verosimile che l’abbiano utilizzato come mezzo di comprensione della realtà nella quale sono chiamati ad operare.

Nella letteratura il lettore da’ spazio alle proprie emozioni, grazie alle sinergie, che con una lettura intelligente, si creano tra sfera emotiva e sfera razionale.
L’autore è visto come qualcuno che offre la sua amicizia e il suo modo di vedere e apprezzare il mondo al lettore.

Saviano è un autore che dimostra la sua amicizia non solo nell’ampiezza, profondità e intensità, ma coinvolgendo il lettore gli da’ modo di percepire le qualità del mondo.
La grande narrativa permette di conoscere un mondo più profondo, più sensibile, più intenso: essa corregge la nostra insensibilità, ci permette di comprendere meglio, con più ricchezza, con più dettagli, con più sfumature, il mondo in cui siamo chiamati a vivere.



Roberto Saviano, Gomorra, Mondadori, collana “Strade Blu”, pp. 336, euro 15,50

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