Libri

L’età dell’inconscio

Ci sono libri che divertono, libri che commuovono, libri che insegnano e libri che annoiano. Poi ci sono libri, come quello del premio Nobel Eric Kandel, che cambiano il nostro modo di pensare introducendoci in un coinvolgente viaggio umano e intellettuale

08 dicembre 2012 | Paola Cerana

L’età dell’inconscio, arte, mente e cervello dalla grande Vienna ai giorni nostri (Raffaello Cortina Editore) di Eric Kandel – premio Nobel per la medicina - è un libro che tocca i pensieri e le emozioni più nascoste che ci animano nella contemplazione dell’arte e del bello.

Accompagnandoci nei raffinati salotti viennesi del primo Novecento, Kandel ci introduce in quell’ambiente culturale che ha intrecciato indissolubilmente il sapere della medicina, della psicoanalisi, della letteratura e dell’arte. Lo fa con il suo abituale stile leggero che trasforma il linguaggio scientifico in una piacevole danza cui abbandonarsi senza timore di non conoscere i passi. Offre, così, un viaggio umano e intellettuale che prosegue oggi il suo vertiginoso sviluppo sfociando nella neuroscienza e nella neuroestetica, a conferma che la vera Cultura è il frutto dell’unificazione di tutte le conoscenze. Questo reciproco contagio intellettuale fa sì che ogni singola disciplina sia sempre qualche cosa di nuovo e vivo, senza rischiare di incancrenirsi negli argini dei propri limiti ma, al contrario, aprendosi ogni volta all’effervescenza di nuovi orizzonti.

Kandel scienziato rivela l’onestà dell’uomo quando afferma che non esisterebbe la neuroscienza oggi se non fosse esistito Freud con le sue straordinarie intuizioni. Parimenti, senza il genio di Shakespeare e Beethoven prima di lui e quello dei suoi contemporanei Klimt, Kokoschka e Schiele forse quei misteriosi processi inconsci di cui il padre della psicoanalisi ‘farneticava’ non sarebbero mai stati facilmente intuibili. Così come senza la sensibilità di Arthur Schnitzler, racchiusa nei suoi torbidi monologhi letterari, non sarebbe stato possibile colmare le lacune di Freud riguardo la sessualità femminile, tanto contraddittoria quanto eloquente.

Evidentemente, nessun singolo approccio analitico sarà mai sufficiente a comprendere appieno tutte le dinamiche delle esperienze umane, per questo è necessario cucire ponti intellettuali tra le varie discipline. In sintesi, Kandel sposa il pensiero del biologo Stephen Jay Gould il quale auspicava: “Vorrei che le scienze e le scienze umane diventassero grandi amiche, riconoscendo una parentela profonda e una necessaria connessione alla ricerca della dignità e del comportamento dell’uomo, ma mantenendo i propri obiettivi, ineluttabilmente diversi e separati. Come due moschettieri, tutti per uno e uno per tutti …”

In conclusione, dopo aver letto il saggio di Kandel, non solo si avrà la sensazione vertiginosa di aver ripercorso un secolo di storia ma si gusterà in maniera più consapevole la bellezza dell’arte, della letteratura e della scienza. Sarà come osservare al microscopio quei meccanismi inconsci che animano ognuno di noi al cospetto di un quadro o di un romanzo, quei meccanismi che legano artista e fruitore in un unico silente dialogo introspettivo.

Ecco, L’età dell’inconscio è uno di quei libri che cambia il modo di pensare e sono sicura che anche Freud sarebbe d’accordo, inevitabilmente deliziato da queste seicento pagine di poetica scienza.

 

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Paola Cerana

09 dicembre 2012 ore 08:34

E' il destino di ogni articolo, credo, suscitare riflessioni e critiche. Quindi mi fa sempre piacere riceverne perchè significa che vengo letta, anche se in questo caso resto un po' confusa, disorientata, forse non ho capito bene il tuo messaggio Pablito.
Resta il fatto che questo di Kandel è un libro sensazionale, da non lasciare aperto a metà ma da assaporare profondamente e da elaborare profusamente.
Buona lettura a te, Pablito, e a tutti gli altri!

pablito cortazar

08 dicembre 2012 ore 18:01

ecco Pablita che ci accompagna,con la complicita' di un medico Nobel,nei meandri del conscio e dell'inconcio,ragione e sentimento,neuroscienze e arte,natura e spirito con l'intento di unificare il tutto x dare nuova speranzaalla vita di questa inerme,sproporzionata identita' chiamata uomo...vediamo...in soldoni vuoi forse dire che dopo aver squarciato tal velo potremmo vedere Sigmund sorseggiare un te'in compagnia di Beethoven con la seduzione dei bit di Silicon Valley?e illustreremo la depressione sia con una scansione che con una sinfonia di Beethoven?..e magari Demetra(grata?) mi portera'a ballar sino all'alba x festeggiar le messi? e mi ubriachera'a tal posa da obliar ferro e rumori?il post anela un'impresa..degna di un dio...unificare i due sistemi e le due prospettive...misurare e definire sentimenti ed emozioni con la neuroscienza in una visione biologica fatta di neurotrasmettitori e aree cerebrali...come per esempio misurare e definire gli aspetti cognitivi dell'amore con correlati biologici...e sia!! e poi... squarciato il velo,avremo la salvezza e la bellezza e la verita'?Credo che il post e il suo messaggio cozzino contro l'unicita' e la imprevedibilita' dei sentimenti e delle emozioni e penso che sarebbe meglio lasciare conscio e inconscio ognuno a casa sua...siamo obbligati,sproporzionati e curiosi come siamo, naturalmente a scambiarci visite piu' o meno trasparenti...nulla di piu' nulla di meno..eppoi sei abbastanza attrezzata x non godere,in questo caos o caso che ci accompagna,della sorpresa o meglio dello stupore ..forse l'unico vero dono.Bada la mia non e' una resa e la tua non e' un'utopia...lungi da me strappare i sogni degli altri,leggimi come una riflessione..magari malinconica..ma soprattutto consapevole,te lo scrissi una volta..il libro e' sempre aperto a meta',ciao