Libri 16/10/2012

Il Mangiarozzo 2013: l’antiguida alle osterie e trattorie d’Italia


Tutte le settimane, il mercoledì e il sabato, entra nelle case degli italiani per presentare le ricette anti-crisi insieme con Anna Moroni, per giudicare i piatti della tradizione, per raccontare il profilo buono della nostra agricoltura. Carlo Cambi dopo una vita passata a militare nel giornalismo scritto ora è diventato anche uno dei volti più popolari de La Prova del Cuoco, la trasmissione cult di cucina condotta su Rai 1 da Antonella Clerici. Ma non ha posato la penna, anzi. Da giovedì 18 ottobre torna in libreria con Il Mangiarozzo 2013 (edizioni Newton Compton, 1102 pagine, euro 19,90) l’antiguida alle osterie e trattorie d’Italia che, giunto all’ottava edizione, si conferma il best seller dell’enogastronomia.

Il Mangiarozzo è un’antiguida: non dà punteggi, non fa classifiche, ma racconta sul filo della cronaca i luoghi, i personaggi, le cucine autentiche d’Italia: quelle dove la tradizione è patrimonio culturale, quelle dove il rapporto con l’agricoltura è reale, quelle dove il mangiare è vero e il conto leggero. Più che una guida infatti Il Mangiarozzo è un incorrotto saggio letterario, che avvince per i suoi toni mai zuccherati. Cambi è un saltimbanco colto e referenziato, uno studioso di economia politica prestato al giornalismo, esperto di turismo e di mercati. È conoscitore inarrivabile di enogastronomia, come lo furono in molti negli anni Sessanta e Settanta, quando parlare di buona tavola e di buoni vini – ma anche di antropologia rurale e di rivoluzioni estese alla nostre abitudini alimentari - non costituiva una scappatoia per sbarcare il lunario, ma una vera e propria urgenza da parte di gente come Paolo Monelli, Mario Soldati, Massimo Alberini e Gianni Brera. L’accostamento a questi moschettieri del nostro patrimonio gastronomico viene spontaneo apprezzando la ricchezza della sua prosa, così stizzosamente distaccata dalle lobby del fornello.

Scritto con la collaborazione di Petra Carsetti e Giulia Canuto e l’apporto di un centinaio di appassionati gourmet che solcano l’Italia dalle Alpi alla Sicilia alla ricerca del pasto giusto nel posto giusto, Il Mangiarozzo 2013 si presenta quasi interamente rinnovato, ma non deflette dai suoi canoni: recensire le tavole che sono in luoghi storici o hanno una storia, fanno cucina di territorio e di tradizione legata all’agricoltura di specialità, hanno una conduzione familiare e un conto che non supera (bevande escluse) i 45 euro.

“Sono gli elementi indispensabili per dare valore alla cucina di tradizione, quella che piace agli italiani – dice l’autore de Il Mangiarozzo – e del resto sono anche i temi che tratto a La Prova del Cuoco dove affianco come maestro del gusto le cuoche e i cuochi, dando consigli su come mangiare bene, spendendo il giusto. C’è – afferma Carlo Cambi – un’evidente continuità tra i contenuti del mio libro e quello che racconto in televisione dove cerco di diffondere e difendere i valori della cucina di tradizione”.

Proprio quella cucina che è praticata dalle oltre mille tavole raccontate ne Il Mangiarozzo 2013. Un libro che ha triplice chiave di lettura. È sicuramente utile a chi va in cerca di un buon posto dove mangiare, è un racconto dell’Italia del gusto e del bello, è un saggio sui valori dell’enogastronomia. Ma è anche un libro anti-crisi. Non solo perché conduce il lettore alla scoperta delle tavole dall’ottimo rapporto prezzo/qualità (lo slogan de Il Mangiarozzo è ancora: più che una questione di etichetta è una questione di forchetta), ma perché oltre la metà delle trattorie e delle osterie recensite accetta di praticare uno sconto o di fare un omaggio a chi si presenta con l’edizione 2013 de Il Mangiarozzo.

Per scelta dell’autore condivisa dall’editore ne Il Mangiarozzo non c’è pubblicità, né alcuna recensione che comporti il pagamento di alcunché da parte dei ristoratori.

Anche quest’anno Carlo Cambi si rifiuta di fare classifiche. “Non mi piace l’idea di giudicare anche se a la Prova del Cuoco devo valutare le ricette della tradizione, perché il rapporto con la cucina è un rapporto molto soggettivo. La promessa che faccio ai lettori è che le tavole da me raccontate - le mie non sono recensioni in senso classico, sono minime narrazioni di luoghi, di persone, di sentimenti e ovviamente anche di piatti – sono tutte buone, quanto siano buone spetta a chi si siede a mangiare valutarlo secondo il proprio gusto, la propria inclinazione del momento. Devo dire che l’apprezzamento sul libro che più mi ha inorgoglito è stato quello di un lettore che mi ha detto di tenere Il Mangiarozzo sul comodino: lo legge - dice lui – come un racconto, come un diario di viaggio nell’Italia buona. Per questo non faccio classifiche, mi limito ad indicare solo dieci tavole che mi hanno emozionato. I miei sono solo consigli.”

di C. S.