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Suvvia! Perché non accettiamo la scimmia che è in noi?

Ci lasciamo emozionare da improbabili relazioni virtuali, anziché godere completamente di quelle reali; ci nutriamo di prodotti della Terra estratti dai cilindri dei maghi della chimica, anziché dal sudore dei contadini. Sembra incredibile che ancora oggi sia necessario discutere per dimostrare che la teoria dell’evoluzione di Darwin è corretta

21 maggio 2011 | Paola Cerana

A chi non ha paura di accettare la scimmia che ha in sé, a chi avesse voglia di levarsi qualche dubbio sulle proprie origini, o a chi semplicemente volesse fare un piacevole ripasso scientifico, segnalo un bel libro di Jerry Coyne, professore di biologia alla Università di Chicago.

S’intitola Perché l’evoluzione è vera (Codice Edizioni) e credo sia un piccolo gioiello di cultura, scienza e letteratura, perché - come spesso accade - quando uno scienziato, appassionato e innamorato del suo lavoro, si cala nella scrittura riesce ad essere altrettanto avvincente e comunicativo di uno scrittore professionista.

Sembra incredibile che ancora oggi sia necessario discutere per dimostrare che la teoria dell’evoluzione di Darwin è corretta. Siamo disposti ad accettare l’evidenza di fatti straordinari, in un Universo indagato nelle sue viscere più inarrivabili: dalle più invisibili, microscopiche molecole, fino agli sconfinati orizzonti astrali. Ci lasciamo emozionare da improbabili relazioni virtuali, anziché godere completamente di quelle reali; ci nutriamo di prodotti della Terra estratti dai cilindri dei maghi della chimica, anziché dal sudore dei contadini; concepiamo esseri animali e umani, frutto di assemblaggi genetici fantascientifici e non del desiderio di due creature innamorate. Tutto ciò, e molto altro ancora, fa inorridire alcuni ed esaltare altri ma, in ogni caso, è un dato di fatto, un progresso inarrestabile che appartiene al nostro tempo, alla nostra realtà. Al contrario, l’idea che gli Esseri Umani - gli stessi che inventano, scoprono e fanno miracoli come piccoli, grandi dei - possano davvero discendere da esseri pelosi, senza il dono della parola e forse persino del pensiero, sembra proprio non andar giù ancora a parecchi.

Dunque, Coyne riassume nel suo libro i risultati delle più recenti ricerche di genetica, paleontologia, geologia, biologia molecolare, anatomia e biologia dello sviluppo, dimostrando l’infallibilità della teoria evoluzionistica e ribadendo la sua superiorità rispetto al creazionismo e alla pseudoscienza del disegno intelligente. Ma, soprattutto, Coyne offre una benevola pacca sulla spalla a quanti temono di sentirsi atei o immorali, accettando la teoria darwiniana. Tranquillizza teologi, filosofi, scettici e comuni pensatori, spiegando come, in realtà, l’evoluzione permetta semplicemente di conoscere meglio il mondo vivente, di ammirarlo e comprenderlo senza temerlo, prendendo consapevolezza del posto che noi Esseri umani occupiamo nell’Universo.

La verità - il fatto che noi, come i leoni, le sequoie e le rane, siamo tutti il risultato della lenta sostituzione di un gene con un altro, un processo in cui ogni passaggio determina un piccolo vantaggio in termini produttivi - è certamente più soddisfacente di una bella favola o di mito delirante che ci racconta d’essere comparsi dal Nulla!

Anziché spaventare, la teoria dell’evoluzione dovrebbe, quindi, affascinare! Non è né morale né immorale, è semplicemente meravigliosa, perché lungi dal limitare le nostre azioni, la sua comprensione può liberare le nostre menti. Credo, con Coyne, che gli esseri umani siano soltanto un piccolo ramoscello che appartiene a un albero evolutivo enorme e infinitamente ramificato. Un piccolo ramoscello, però, molto, molto speciale. Perché ampliando le potenzialità del nostro cervello, la selezione naturale ci ha rivelato mondi completamente nuovi. Abbiamo saputo migliorare la qualità delle nostre vite, rispetto a quelle dei nostri antenati, abbiamo imparato a scalare vette altissime, a nuotare negli abissi oceanici, a viaggiare su altri pianeti e dentro il nostro stesso corpo. Sappiamo scrivere libri, comporre poemi e suonare sinfonie per dar voce alle nostre emozioni; sappiamo risolvere formule matematiche, enigmi logici e leggi chimiche per soddisfare la nostra ragione.

Accidenti, ma è miracoloso tutto questo!

 

Nessun’altra specie sul nostro Pianeta ha raggiunto risultati simili. Nessun’altra specie ha ricevuto in eredità dalla selezione naturale un cervello così complesso da permettere di capire le leggi che governano l’Universo, la psiche umana e chissà, persino di intuire Dio!

Per questo dovremmo esser orgogliosi di essere diventati ciò che siamo e pensare come Charles Darwin: “Quando concepisco tutti gli esseri non come creazioni speciali, bensì come discendenti diretti di alcuni, poco numerosi, esseri vissuti molto tempo prima che si depositassero i primi strati del sistema siluriano, mi sembra che ne escano nobilitati.”

 

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Paola Cerana

25 maggio 2011 ore 14:29

Enzo, ti ringrazio per le tue parole sempre così benevole nei miei confronti. Colgo l'occasione per segnalare a te e a chi fosse interessato che ho scoperto in libreria un'altra allettante novità a riguardo. S'intitola "La vita inaspettata", un saggio che conforta la teoria evoluzionista, scritto questa volta non da uno scienziato (e questo è l'interessante!), bensì da un filosofo: Telmo Pievani! Non vedo l'ora di leggerlo e, magari, di raccontarlo!
P.

Vincenzo Lo Scalzo

23 maggio 2011 ore 15:57

Scimmia?
Sì Paola, sembra incredibile che ancora oggi sia necessario non solo discutere per dimostrare che la teoria dell’evoluzione sia corretta, ma anche che non sia in opposizione con la fede, per chi ha il dono di “credere”
Mi sono deciso a scrivere qualche riga di commento dopo avere riascoltato i venti minuti del video del collegamento che il Papa per la prima volta nella storia dell’uomo ha fatto con il salotto degli astronauti in circonvallazione del nostro pianeta. Una convivenza cordiale e collaborativa tra genti di varia origine volti allo stesso obiettivo: esplorare lo spazio, il tempo, le leggi della natura, approfittando della scienza e della tecnologia sviluppata dal cervello umano in questo ultimo secolo, ma che si è accumulata per milioni di anni a partire da un seme formatosi a questa complessità per gli effetti dell’evoluzione “frutto di assemblaggi genetici fantascientifici” e “del desiderio di due creature” di sesso complementare, a volte “innamorate”.
Trovo il risultato esaltante per chi ne è cosciente e lo coglie nel suo piacere immenso di lasciarne traccia vivente. Bellissimo lo scopo di Coyne. Come tu stessa sottolinei “tranquillizza teologi, filosofi, scettici e comuni pensatori, spiegando come, in realtà, l’evoluzione permetta semplicemente di conoscere meglio il mondo vivente, di ammirarlo e comprenderlo senza temerlo, prendendo consapevolezza del posto che noi Esseri umani occupiamo nell’Universo.”
La sintesi che ne fai è encomiabile e positiva. Ne dimostri non tanto l’infallibilità scientifica, quanto più che la superiorità la comprensibilità umana al sostegno “del disegno intelligente” stesso, qualunque sia la sua credibilità apparente, senza incorrere in complessi di colpa. Concordo suo fascino e sulla meravigliosa attrazione che l’evoluzione dimostra, e con essa la “conoscenza.” E’ il compito di uno dei due lobi, che non deriva dal nulla, ma da quella materia che rispetto all’altra materia si caratterizza per essere non solo vivente ma è “miracolosamente” intelligente.
Proprio così è comparsa al fondo delle semplici domande e risposte scambiate tra Benedetto e gli astronauti, mentre la fascinosa portatrice della fecondità osservava muta nel suo destino di genitrice. Una capigliatura liberata dalla gravità in quel momento forse navigava idealmente, dentro e fuori la ISS, alla ricerca del suo Dio complementare, quello fatto uomo, capace di farla sognare pensieri esaltanti fino a farle intuire Dio!
Forse per solo pochi minuti, giorni o anni, ma toccandolo con mano e amandolo non solo con i propri neuroni ma con la propria energia capace di trasformare una fecondazione in un essere meravigliosamente pensante, altrettanto capace di amare.
Sono convinto che si tratti dello stesso film. Intanto Roberto lascia flottare la medaglia d’argento che richiama La création de l'Homme dipinta da Michelangelo donatagli da Papa destinata a restare nella ISS e uno degli americani si è elevato in “dolce ascensione” trattenuto per le caviglie per non lasciarsi sballare dall’assenza di gravità...
Anche il Papa si è divertito questa volta e ogni cervello ha ripresa a percorrere le vie misteriose del ricordo, del fascino del mito, della curiosità della mente, dell’amore per la vita...
La “Scimmia” con pochi “geni” di differenza da noi non avrebbe saputo farsi capire...
Grazie per la tua ammirevole sintesi letteraria e l’altruismo. Siamo arrivati a sette miliardi di esseri, molto meno dei neuroni di un solo cervello... Ciascuno con il proprio sogno...
E.