Libri
Il futuro è di tutti, ma è uno solo
Paola Cerana ci introduce nel complesso mondo del lavoro attraverso il libro di Valeria Fedeli, una sindacalista pragmatica ma mossa da entusiasmo. Non si affronta il tema dell'agroalimentare, ma le riflessioni su globalizzazione e made in Italy riguardano tutti
22 gennaio 2011 | Paola Cerana
Martedì 18 gennaio, alla Casa della Cultura di Milano, c’è stato un gran fermento.
Nonostante la fitta nebbia e la temperatura polare, una gran folla di giornalisti, fotografi e gente comune si accalcava all’ingresso, per assistere alla presentazione di un libro: Il futuro è di tutti ma è uno solo. I cambiamenti del mondo vissuti da una sindacalista pragmatica, edito da Ediesse.
L’autrice del libro è Valeria Fedeli, laureata in scienze sociali e sindacalista da una vita: Segretaria generale della Filtea, il sindacato tessile della Cgil, e dal 2001 presidente del sindacato tessile europeo. Dal 2010 Valeria Fedeli ricopre anche la carica di vicesegretaria generale della Filctem, la categoria che ha unito chimici, tessili, manifatture, energia. Ma soprattutto, Valeria è una donna animata da raro entusiasmo e da una vitalità contagiosa. Una donna appassionata al suo lavoro, perché crede profondamente nei valori e nei principi che da sempre lo alimentano.
Il suo libro è dedicato a tutte e tutti coloro che, giorno dopo giorno, a Roma e in tanti luoghi e fabbriche della penisola, hanno difeso chi lavora e le nostre produzioni. E’ una raccolta di riflessioni, sintesi di un attento sguardo rivolto ai cambiamenti in atto nel mondo: dall’apertura dei mercati ai nuovi equilibri geopolitici, dalle fonti energetiche al valore del lavoro, dai processi di governo alla vita delle persone.
Valeria Fedeli parla di globalizzazione, etica, regolamentazione, rappresentanza, Europa, made in Italy ma soprattutto di persone, in particolare di donne e giovani. Il linguaggio che usa non è quello sindacalese, non è un gergo di nicchia ma, al contrario, è un linguaggio semplice, schietto e sincero rivolto a tutti coloro che hanno a cuore il lavoro, imprenditori, lavoratori e sindacalisti, senza distinzione.
Il libro è stato scritto in collaborazione con Paolo Guarino ed è introdotto da due belle prefazioni, la prima di Guglielmo Epifani e la seconda dell’onorevole Pierluigi Bersani, che accolgono, come un tappeto rosso, le parole di Valeria Fedeli.
Il messaggio del libro è in sintesi questo: il futuro è qualcosa di cui dobbiamo prenderci cura tutti insieme, condividendo le scelte che lo determinano, ritrovando le regole del convivere e riscoprire il piacere di sentirsi comunità, almeno in qualcosa, non solo durante i mondiali di calcio!
La presentazione milanese ha confermato pienamente questo messaggio, perché allo stesso tavolo, attorno al libro, si sono unite le voci di politici, imprenditori e sindacalisti che hanno fatto squadra, in un clima disinvolto, amichevole persino divertente, nonostante la serietà degli argomenti.
Il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli, ha moderato in maniera impeccabile e piacevolissima quasi due ore di discussione; l’onorevole Pierluigi Bersani ha rubato più volte applausi e sorrisi, non solo per i messaggi lanciati ma anche grazie anche a qualche battuta che ci ha portato per un attimo tutti lontano dalle squallide polemiche pseudo politiche cui siamo abituati.
La Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha sostenuto con calore e passione il messaggio espresso nel libro e ha dimostrato come ci sia una collaborazione reale tra il mondo dell’impresa e quello del sindacato, rappresentato in quest’occasione anche da Susanna Camusso, segretario generale Cgil, presente anch’essa al tavolo con la sua pensosa eleganza, accanto a Valeria Fedeli.
La sensazione che ho avuto, ascoltando la presentazione, è stata che tutti, pure partendo da radici diverse, vogliano crescere insieme verso la stessa direzione, dialogando e unendo le proprie forze per minimizzare i sacrifici, che comunque ci sono e sempre ci saranno.
Un’altra sensazione forte che ho provato, al di là dei contenuti, mi è stata trasmessa dalle tre donne sedute al tavolo: tre donne diverse, eppure uguali per forza di volontà, determinazione, passione e ottimismo. Le ho ammirate, tutte e tre. Credo che nessuno potrebbe fare il loro mestiere senza passione e ottimismo e queste donne in particolare l’hanno dimostrato con indiscutibile efficacia, trascinando e coinvolgendo tutti con un calore di linguaggio e una forza d’espressione squisitamente femminile.
La serata si è conclusa con una simpatia storiella, raccontata dall’onorevole Bersani, che ha voluto spiegare in poche parole qualche cosa che in realtà è molto complesso: cosa significa made in Italy. Ebbene, questo non è semplicemente un marchio, non è un’etichetta. E’ qualcosa che sta nella testa, innanzitutto, non solo nelle mani. E’ un modo di fare, di vivere, di pensare e di lavorare che si traduce in una maniera di produrre creativa e flessibile, un orgoglio che nessun altro popolo ha, né ci può imitare.
“Pensate – ha raccontato l’onorevole Bersani - a un americano che vuole comprare una macchina. La vuole con il cambio automatico e di colore rosso. Va da un venditore giapponese, il quale dispiaciuto gli dice d’avere macchine con il cambio automatico ma nessuna di color rosso. Si rivolge allora ad un venditore tedesco, anche lui può offrirgli macchine di diversi colori ma sfortunatamente non rosse. L’americano va allora da un venditore italiano, gli fa la stessa richiesta e il venditore italiano, senza alcun problema, gli risponde con orgoglio: “Certo! Ma di che tipo di rosso la vuole esattamente ….?”
Ecco cos’è questa qualità che ci unisce e ci distingue nel mondo!
Tra applausi, sorrisi e complimenti la folla s’è prima accodata per avere un autografo di Valeria Fedeli e poi è lentamente defluita dalla sala, rituffandosi nella nebbia milanese. Tutti hanno portato via con sé non solo un bel libro ma anche un profondo messaggio di solidarietà e fiducia su cui riflettere, insieme alla fiera consapevolezza d’essere protagonisti, tutti insieme, della costruzione del proprio futuro.
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