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Xylella arriva nella provincia di Barletta-Andria-Trani

Xylella arriva nella provincia di Barletta-Andria-Trani

Identificato un focolaio di Xylella fastidiosa puntiforme sito in agro di Minervino Murge costituito da una zona infetta di 50 metri attorno a un olivo infetto, e da una zona cuscinetto di 2,5 chilometri di raggio

17 aprile 2025 | 12:00 | C. S.

Ritrovato un olivo infetto da Xylella fastidiosa a Minervino Murge, nella provincia di Barletta-Andria-Trani (BAT), oltrepassando la provincia di Bari.

L'osservatorio fitosanitario della Regione ha istituito l'area delimitata per ”Xylella fastidiosa sottospecie pauca - Minervino Murge", costituita da un "focolaio puntiforme sito in agro di Minervino Murge costituito da una zona infetta di 50 metri attorno a un olivo infetto, e da una zona cuscinetto di 2,5 chilometri di raggio". 

Il batterio killer degli ulivi ha infettato oltre 21 milioni di alberi piantati su poco meno della metà degli ettari di uliveti pugliesi. Gli ultimi ritrovamenti di piante contagiate erano avvenuti a Capurso, nel Barese, su 50 esemplari.

"Il timore che avevamo paventato da tempo è diventato purtroppo una tragica realtà. Il batterio killer della xylella fastidiosa è arrivato nella provincia di Barletta Andria Trani. Era alle porte di Bari, ora è qui da noi. Abbiamo più volte chiesto interventi e strategie per evitare che ciò accadesse e qualcosa è stato fatto ma non ancora sufficiente a contenere la diffusione del batterio", così Gaetano Riglietti segretario generale Flai CGIL Bat.

Al netto degli spostamenti che l’insetto vettore riesce a fare autonomamente con i propri arti posteriori – afferma Coldiretti Puglia - è ancora da accertare la distanza percorsa dalla sputacchina, spesso anche di svariati chilometri, che resta attaccatA ad auto e camion, a dimostrazione di quanto il rischio che l’infezione continui a ‘camminare’ sia reale. La sputacchina nasce sana e si infetta acquisendo il batterio della Xylella fastidiosa – aggiunge Coldiretti Puglia - esclusivamente nutrendosi da pianta infetta, rimane infetta per tutta la sua vita sino alla morte.

Lo studio è basato su 7 esperimenti realizzati nel corso di due anni, di cui 3 in prato in Piemonte e 4 in oliveto in Puglia, consistiti nella cattura di migliaia di sputacchine, seguita dalla loro marcatura con una proteina, l'albumina (indispensabile per la loro successiva identificazione), il rilascio e successive prove di ricattura a distanze predeterminate dai punti di rilascio. La distanza media percorsa in un giorno dal punto di rilascio è risultata di 26 metri nell'oliveto e di 35 metri su prato, mentre nei due mesi di maggiore abbondanza della popolazione il 50% delle sputacchine rimane entro 200 metri dal punto iniziale, ma la percentuale sale al 98% entro i 400 metri.

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