Italia

L'olivo è il re delle coltivazioni legnose agrarie in Italia

Per otto delle dodici specie di coltivazioni legnose agrarie osservate, quasi l'80% della superficie complessiva investita è determinato da non più di quattro varietà. Le eccezioni sono costituite da olivo, pesco e nettarina e albicocco

05 giugno 2014 | C. S.

Nell'annata agraria 2011-2012 l'olivo copre il 57,9% della superficie totale investita nelle coltivazioni legnose agrarie. Il 34% della superficie nazionale è in Puglia.

Tra gli alberi da frutto la prima coltivazione è l'arancio (21% del totale della superficie investita in fruttifere), seguito da pesco e nettarina (16,8%).

Alcune specie sono particolarmente concentrate in una sola regione: arancio e limone in Sicilia (rispettivamente l'89,1% e l'89,5% della superficie nazionale investita), pero in Emilia Romagna (69,2%), uva da tavola e ciliegio in Puglia (rispettivamente 66,7% e 58,3%) e melo in Trentino Alto Adige ( 54%).

Fra le coltivazioni legnose agrarie quella degli agrumi a piccoli frutti ha registrato il maggior incremento rispetto al Censimento Generale dell'Agricoltura del 2010 (+5,9%). Le maggiori flessioni si osservano per il pero (-7,2%) e per pesco e nettarina (-5,8%): in entrambi i casi i cali sono stati particolarmente forti in Emilia Romagna.

Per otto delle dodici specie di coltivazioni legnose agrarie osservate, quasi l'80% della superficie complessiva investita è determinato da non più di quattro varietà. Le eccezioni sono costituite da olivo, pesco e nettarina e albicocco.

Oltre il 60% della superficie investita in agrumi e olivo è costituito da piante con oltre 25 anni di età. Le altre specie fruttifere sono caratterizzate da impianti di età inferiore ai 25 anni (dall'83,1% della superficie del pero al 94,7% di quella ad uva da tavola).

Il numero medio di piante per ettaro è maggiore negli impianti più giovani, eccetto che per l'uva da tavola.

Fonte: Istat

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