Italia

I distillatori salutano con favore il nuovo DDA telematico

Il mercato, anche internazionale, cresce. E' guerra aperta però con i cugini d'oltralpe, rei di aver violato il Reg. Ce 110/2008

09 luglio 2011 | R. T.

Nel 2010, le distillerie italiane hanno prodotto più di 1.150.000 ettanidri tra alcoli e acquaviti di origine agricola. Il 52% di tale quantitativo è di origine vinica, il 46% da cereali, il 2% da frutta. I volumi di vino distillato si sono ridotti, a causa della crisi e della riduzione della quote di produzione, imposte dalla nuova OCM”. Tuttavia, il settore ha retto bene al cambiamento. La grappa resta il distillato ‘principe’, con 16,5 milioni litri venduti in Italia. Sui mercati internazionali, i Paesi che prediligono la nostra grappa sono Germania, Svizzera, Austria in Europa, tra gli extra Ue Stati Uniti e Canada, ma anche Russia, India e Cina. Tra gli altri distillati, è in flessione l’acquavite da uva e da vino, mentre volano le acquaviti da frutta, con una crescita del 41% dei livelli produttivi e quasi del 25% delle esportazioni.

Nel corso dell'Assemblea, tenutasi lo scorso 7 luglio a Roma, il futuro del comparto, anche alla luce della nuova politica agricola comunitaria e le nuove regole fiscali.

La distillazione dei sottoprodotti per usi industriali deve essere un punto fermo della politica nazionale sia per quanto concerne il proprio mantenimento tra le misure previste annualmente dall’Italia nel proprio Piano nazionale di sostegno della vigente OCM vitivinicola, ma deve essere parimenti sostenuta con forza nelle discussioni relative alla riforma della futura OCM vino, seguirà quelle relative alla più generale riforma della PAC . “Il nuovo ‘oro verde’ – ha dichiarato il presidente Assodistil Emaldi– si ottiene, infatti, dallo sfruttamento dei sottoprodotti della distillazione, come le vinacce (le bucce degli acini), i vinaccioli (i semi dell’uva) e i residui della lavorazione della frutta”.Nel complesso, si parla di 100 megawatt installati, di cui 90 a biomasse (vinacce e loro componenti, bucce, vinaccioli e raspi) e 10 a biogas dai reflui della distillazione (borlande). Da questi dati, emerge con forza come il settore distillatorio rappresenti il 5% dell'intero panorama delle rinnovabili da biomasse in Italia. Un’analisi delle misure adottate nell’ambito dei 3 Piani nazionali di sostegno che il nostro Paese ha adottato dall’entrata in vigore della riforma ad oggi, dimostrano che la distillazione dei sottoprodotti assorbe una quota del budget complessivo che oscilla tra il 6,5 e l’8%, a fronte di benefici ben più rilevanti in termini di qualità, tracciabilità, impatto ambientale. I volumi di alcol destinato ad usi industriali nel contesto dell’OCM, sommati a quelli della grappa prodotta in Italia nelle ultime 3 campagne, testimoniano inequivocabilmente che la filiera vinicola nazionale predilige la consegna dei sottoprodotti in distilleria e la quota parte di quelli che viene avviata ad altri usi (energia e spandimento agronomico) rimane marginale.

La concorrenza sleale entro i confini dell'Unione europea è ciò che ha suscitato il maggior fervore. L’anno appena trascorso, infatti, è stato segnato da una lunga querelle che ha visto alleate Assodistil e l’omologa associazione spagnola, Adevin, contro l’illegittima produzione di acquavite di vino presso le distillerie francesi che, in violazione del Reg. 110/2008, proviene da una materia prima diversa dal vino e, precisamente, dal percolato di fecce e vinacce. La pratica diffusa e generalizzata in quasi tutte le distillerie viniche francesi lede gravemente le norme comunitarie a tutela del mercato comune e arreca gravi pregiudizi non solo al settore da noi rappresentato ma, potenzialmente, a tutta la filiera vitivinicola italiana, se le distillerie non saranno più in grado di garantire alle cantine l’acquisto del vino. Le distillerie francesi, infatti, attraverso la centrifugazione e la filtrazione dei sottoprodotti che entrano in distilleria in osservanza dell’obbligo di consegna imposto dalla regolamentazione vigente, ottengono percolati che vengono classificati come “vin de decantation” o “jus d’egouttage” e successivamente distillati per ottenere acquavite di vino che viene commercializzata a prezzi nettamente inferiori rispetto a quelli di mercato. Tale meccanismo, quindi, fa si che le distillerie d’oltralpe si trasformino in produttori di “vino” e, cosa ancor più grave, che dalla distillazione di percolati di feccia e di vinaccia ottengano un prodotto che viene immesso sul mercato ed etichettato come acquavite di vino, provocando altresì una vera e propria frode ai danni del consumatore finale che, nella convinzione di acquistare acquavite di vino si trova, invece, ad acquistare un prodotto ottenuto dalla distillazione di un percolato delle fecce e delle vinacce.

Protagonista indiscusso dei temi fiscali dell’anno trascorso è stato senza dubbio il DAA telematico. Durante l’assemblea dello scorso anno era stata sottolineata l’importanza dell’avvento del nuovo sistema EMCS (excise movement control system), una vera e propria svolta in termini di sicurezza e tutela nelle transazioni di prodotti soggetti ad accisa, accolto con grande favore dalla categoria, sia pur con qualche timore, memore delle esperienze della telematizzazione della contabilità, per le tante problematiche che un simile stravolgimento avrebbe comportato sul piano operativo. Durante tutto il 2010 e nella prima metà del 2011 la nostra Associazione ha seguito con particolare attenzione i lavori dell’Agenzia delle Dogane relativi al sistema EMCS in vista della scadenza dello scorso 1 gennaio, data in cui è scattata l’obbligatorietà di invio telematico del documento di accompagnamento per la circolazione dei prodotti soggetti ad accisa. Oltre ad aver partecipato ed essersi fatti parte attiva nel confronto tra le associazioni di categoria e l’Agenzia delle Dogane nei tavoli tecnici, Assodistil ha organizzato tavoli di confronti dedicati al nostro settore, per sottoporre più da vicino le problematiche emerse durante la fase di sperimentazione del sistema EMCS. Come era prevedibile, i giorni immediatamente successivi al passaggio al sistema telematico hanno comportato una sorta di paralisi dei sistemi di supporto messi a disposizione dell’Agenzia delle dogane a causa delle innumerevoli richieste di assistenza. Assodistil si è fatta carico di segnalare il disagio provocato agli operatori che si sono talvolta trovati ad attendere lunghissimi tempi di risposta alle richieste di assistenza.  Di qui l’idea di creare un vero e proprio “Forum”, uno sportello virtuale ove gli operatori avrebbero potuto segnalare i malfunzionamenti del sistema e le problematiche relative alla gestione del sistema EMCS.

 

 

 

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