Italia

Diritti di impianto come strumenti efficaci per gestire le produzioni vitivinicole

Secondo il deputato Fiorio occorre che il governo svolga una seria valutazione sull'impatto economico, territoriale e sociale della prossima liberalizzazione

26 febbraio 2011 | Ernesto Vania

L’esecutivo deve svolgere una seria valutazione sull'impatto economico, territoriale e sociale della liberalizzazione dei diritti di impianto del settore vitivinicolo, il cui regime è disciplinato dal regolamento (CE) n. 479 del 2008, in scadenza il 31 dicembre 2015.

Lo chiede, con un’interrogazione a risposta in commissione Agricoltura di Montecitorio indirizzata al ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan, il deputato del Pd Massimo Fiorio che fa presente al governo l’importanza dei diritti di impianto come strumenti efficaci per gestire le produzioni vitivinicole.

Il principio alla base di questo sistema è che i nuovi vigneti possano essere impiantati solo se supportati da diritti di impianto acquistati dal viticoltore. La liberalizzazione degli impianti senza alcuno strumento di gestione della produzione prevista dopo il 2015, rischia di destabilizzare l'economia di molte regioni viticole in Europa, causando drammatiche conseguenze e fenomeni destabilizzanti per il vino a denominazione di origine, come sovrapproduzioni, cadute dei prezzi, speculazioni e perdita dei valori patrimoniali dei vigneti.

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