Economia
Dalla padella nella brace. Ipotesi di fusione fra Sovena e Sos
Un matrimonio tra i colossi spagnolo e portoghese porterebbe a un monopolio completo del mercato degli oli d’oliva. Le voci si rincorrono mentre l’export iberico mostra segnali di ripresa
22 maggio 2010 | Alberto Grimelli
Sos e Sovena sono due rivali storici nel mondo degli oli dâoliva.
Società che controllano quote di mercato rilevanti sia per lâextra vergine dâoliva sia per lâolio dâoliva sulla scena mondiale.
Sos è in grande difficoltà e sofferenza e non mancano le tensioni nellâazionariato minore, costretto a farsi carico, almeno in parte, dellâenorme debito accumulato durante la gestione dei fratelli Salazar.
Il piano di ristrutturazione del nuovo board di Sos prevede infatti due distinti aumenti di capitale per complessivi 500 milioni di euro che porterebbero i 60.000 piccoli azionisti a controllare il 48% della societ (prima era il 35%).
Si tratta di unâoperazione che potrebbe anche non riuscire ed è per questa ragione che è prevista una scappatoia, ovvero la possibilità che altri soggetti entrino nel capitale se questi aumenti non venissero interamente sottoscritti.
Sovena, nonostante le smentite ufficiali, è oggi il candidato più quotato ad entrare nel capitale di Sos, creando così un soggetto che potrebbe controllare lâintero mercato dellâolio dâoliva quasi da monopolista.
Lâoperazione, inoltre, risulterebbe particolarmente vantaggiosa per Sovena, visto che il valore delle azioni Sos è piuttosto basso al momento (2 euro per azione) e che la sottoscrizione dellâaumento di capitale avverrebbe alle attuali condizioni di borsa.
Segnali di ripresa dellâexport iberico
Rispetto al mese precedente le esportazioni di olio dâoliva dalla Spagna segnano un netto recupero con un +5,5%.
Da 65 a 69 mila tonnellate di oli dâoliva per un fatturato di 166 milioni di euro.
Un dato ancor più positivo se si considera che, confrontata con febbraio, la ripresa è stata dellâ11%.
La maggioranza dellâexport riguarda lâolio extra vergine dâoliva (poco più di 55 mila tonnellate) seguito dallâolio di oliva raffinato (poco più di 13 mila tonnellate) e dal lampante (circa 600 tonnellate).
Eâ lâItalia ad acquistare le maggiori quantità (33 mila tonnellate), seguita da Francia e Portogallo.
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