Economia

Le imprese agroalimentari vedono nero. Mai così bassa la fiducia

Marcato peggioramento anche per gli operatori della GDO. In aspettativa un deterioramento del quadro congiunturale nel primo trimestre 2009

24 gennaio 2009 | Ernesto Vania

La congiuntura negativa pesa sul sentiment delle imprese agroalimentari. Lo rileva l'indagine condotta dall'Ismea su un panel di circa 1.200 operatori dell'industria di trasformazione alimentare, da cui emerge che il clima di fiducia nel settore ha fatto segnare, nel quarto trimestre del 2008, un netto peggioramento, scendendo a -13,6 (l'indicatore è compreso tra 100 e -100), da meno 0,7 del trimestre precedente.

A influenzare l'umore degli operatori del settore agroalimentare sono stati, a fine anno, sia i giudizi sul livello corrente delle scorte e degli ordinativi, sia le aspettative di un deterioramento del quadro congiunturale nel primo trimestre 2009.

A livello settoriale gli indici evidenziano un quadro più negativo nell'industria vinicola e nel comparto dei prodotti per la prima colazione, segnalando situazioni di criticità anche per l'insieme delle bevande analcoliche, incluse le acque minerali, e per i settori della molitoria e della macellazione di carni rosse.

Le due principali difficoltà riscontrate sono quelle concernenti la contrazione della domanda nazionale e l'ambito finanziario, inteso come l'allungamento dei tempi di riscossione dei pagamenti e le difficoltà di accesso al credito.

In analogia con il sentiment delle imprese industriali, anche gli operatori della grande distribuzione alimentare (ipermercati, supermercati e minimarket) hanno dichiarato, nel quarto trimestre del 2008, un marcato peggioramento del giudizio sugli sviluppi della congiuntura, con il relativo clima di fiducia, emerso da un'indagine Ismea condotta su circa 200 imprese del settore, che da +12,2 del terzo trimestre 2008 è sceso a -16,2.

L'indagine ha evidenziato un forte aumento delle vendite in promozione da parte della grande distribuzione organizzata, mentre le aspettative sulla dinamica dei prezzi nel primo trimestre 2009 rivelano una diminuzione per il 28% degli intervistati (all'inizio dell'anno l'attesa di una riduzione dei prezzi riguardava appena il 2,3% del campione) e un andamento stazionario per un altro 58,6%, contro il 25,7% di inizio 2008.

“Comprendiamo le ragioni del pessimismo degli operatori. Occorre rifondare l’agricoltura italiana insieme a tutti gli operatori del settore. Vogliamo che si sappia che per noi le imprese agricole sono il centro di questo straordinario mondo produttivo” ha dichiarato il Ministro Zaia. “E’ tuttavia positivo – ha continuato il Ministro - che la sfiducia nel settore agricolo sia nel complesso inferiore a quella evidenziata a fine anno dall’Isae sul complesso delle imprese manifatturiere, che si attesta ai minimi storici. Il made in Italy dell’agroalimentare resta la grande potenza del mondo produttivo italiano e sta affrontando questa congiuntura meglio degli altri comparti. Le ragioni della crisi economica vanno, infatti, cercate nella distanza sempre maggiore che si è creata tra l’economia reale e la sua proiezione finanziaria, distanza che nel mondo produttivo agricolo si riduce notevolmente”.

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