Economia

Asso Camere Estero, dove e come andrà l’export italiano nel 2009

Continuerà a tirare l’agroalimentare in Cina e Turchia, ma è un momento difficile, in generale, per le previsioni

18 ottobre 2008 | T N

In occasione della XVII Convention Mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’Estero (Ccie) in corso a Rimini, il presidente di Assocamerestero Edoardo Pollastri ha presentato lo scorso 13 ottobre una analisi di previsione ("L’atlante del Made in Italy") relativa al primo trimestre dell’anno prossimo. Alla presentazione hanno partecipato anche il sottosegretario agli Affari Esteri Enzo Scotti, il segretario generale di Unioncamere Giuseppe Tripoli e Manlio Maggioli, presidente della Camera di Commercio di Rimini che organizza la Convention con Assocamerestero in collaborazione con Unioncamere e Rimini Fiera.

L’analisi, spiega Assocamerestero, individua gli itinerari intrapresi dall’export italiano negli ultimi anni e delinea una previsione sui trend al primo trimestre 2009 per i settori dell’agroalimentare, sistema moda, meccanica, elettronica e arredamento-design in Germania e negli Stati Uniti, nostro primo e quarto partner commerciale, ed in Russia, Cina, India, Brasile, Turchia, dove sta sviluppandosi per il Made in Italy una domanda sempre più qualificata.

I risultati del sistema moda e arredo emersi dall’indagine mostrano come alla decelerazione della domanda dei paesi industrializzati si contrapponga invece l’andamento sostenuto dei paesi petroliferi e delle economie emergenti. In particolare, Mosca appare infatti sempre più la nuova frontiera dell’alta gamma italiana: nel primo trimestre 2009 si prevede un incremento delle esportazioni del 32,1%, che porterebbe il dato medio mensile dai 212,7 milioni di euro fatturati dall’Italia nell’analogo periodo 2008 a ben 280,9 milioni.

Il mercato russo fa dunque registrare nei primi tre mesi del 2009 il dato più rilevante in termini di velocità di crescita e osservando i valori assoluti appare evidente come al primato della Germania segua solo la Russia, che scalza gli Stati Uniti dalla seconda posizione stabilmente occupata fino al 2008. Parallelamente agli incrementi sperimentati sul mercato russo, a partire dal 2005 le esportazioni del Sistema Moda registrano invece una progressiva diminuzione negli Stati Uniti e in Germania, tradottasi in una riduzione della quota export (passata rispettivamente dal 34% al 25% e dal 44% al 35%).

Cresce il peso della meccanica italiana in India e Brasile, che nel 2004 si attestava su valori medi mensili molto simili (pari a circa 37 milioni di euro). Nel primo trimestre degli ultimi cinque anni (2004-2009), i due Paesi hanno visto però differenziarsi i rispettivi ritmi di crescita: le esportazioni nel subcontinente indiano, infatti, sono aumentate di ben sei volte, e nel primo trimestre 2009 dovrebbero valere 222 milioni di euro, mentre l’export verso il Brasile si è triplicato, raggiungendo circa i 99 milioni di euro.

Questo risultato è frutto di un incremento graduale, iniziato nella seconda metà del 2005 (anno in cui l’India aveva già superato il Brasile nella graduatoria dei mercati di sbocco della meccanica italiana tra i Paesi considerati) e che assume maggiore consistenza nel 2007, per
giungere infine all’incremento del 60,3% previsto per il primo trimestre 2009. La velocità di crescita registrata in India porta, inoltre, il Paese a guadagnare nel 2008 il terzo posto come destinazione dei prodotti italiani del settore (tra i Paesi considerati), superando la Turchia, che a causa di una flessione abbastanza consistente soprattutto nel secondo semestre dell’anno scivola in quarta posizione, con un valore di 147,7 milioni di euro.

La Turchia, insieme alla Cina, si confermano anche nel primo trimestre del 2009 mercati trainanti per l’agroalimentare italiano. L’incremento del valore medio mensile nel trimestre previsto per le esportazioni sul mercato cinese supera il 65%, portando le vendite medie da 5,6 milioni di euro dell’analogo periodo del 2008 ad oltre 9 milioni. Un tasso di crescita così elevato non stupisce se si considerano due fattori: da un lato, negli ultimi anni la Cina sembra aver assorbito stili di vita occidentali in cui il gusto e la qualità dei prodotti alimentari assumono un ruolo centrale, con evidenti riflessi positivi sull’export di prodotti Made in Italy; dall’altro, il recente abbattimento dei dazi doganali per alcuni prodotti dell’agroalimentare italiano ha senza dubbio facilitato l’ingresso delle nostre produzioni sul territorio cinese.

Crescita consistente per l’export di prodotti agroalimentari italiani anche in Turchia: dal terzo trimestre 2007 al secondo trimestre 2008 si sono registrati continui incrementi, superiori anche al 90%. Il trend dovrebbe proseguire anche nel primo trimestre 2009, periodo per il quale si prevede una crescita del 70% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, che dovrebbe tradursi in un valore medio mensile di 18,7 milioni di euro.

Il comparto agroalimentare, inoltre, è l’unico per il quale non si riscontrano brusche riduzioni delle vendite negli Stati Uniti. Il settore mostra infatti una maggiore stabilità e, secondo le previsioni, nel primo trimestre 2009 dovrebbe registrare solamente un lieve calo su base annua (-1,94%).

La Germania si conferma nuovamente come un importante mercato di riferimento per le vendite di strumenti elettronici e di precisione, che già nel primo trimestre 2008 potevano essere mediamente quantificate in oltre 310 milioni di euro e per le quali si può prevedere un ulteriore incremento del 5% circa.

Negli ultimi anni i prodotti italiani del settore guadagnano posizioni anche in mercati come la Russia e la Cina. Mentre nel 2004 il valore dell’elettronica italiana in Russia era pari alla metà di quello verso la Cina, attualmente, secondo le previsioni, le performance esportative verso i due Paesi hanno raggiunto valori pressoché analoghi (54,4 milioni di euro in Russia contro 54,1 milioni in Cina, che nel 2008 dovrebbe comunque rimanere terza destinazione delle nostre esportazioni del settore tra i Paesi considerati). In particolare, la crescita delle esportazioni in Russia, avviata nel 2005, si è mantenuta costante per buona parte del 2007 (soprattutto dal primo al terzo trimestre dell’anno) portando nel 2008 al raddoppio della quota dell’export settoriale italiano verso il Paese (pari all’8%).

Commenta Edoardo Pollastri, Presidente di Assocamerestero: “È un momento difficile questo per fare previsioni sull'andamento dell'export; ma non dobbiamo perdere la fiducia nei mercati e soprattutto non si può allentare il dinamismo che in questi anni ha caratterizzato le imprese italiane nel mondo. Certo è che mai come in questo momento il governo non può togliere risorse finanziarie alle attività promozionali, penalizzando l'azione di servizio che soggetti come le Ccie stanno svolgendo con soddisfazione delle imprese e con efficacia di risultati. Dobbiamo raccordarci in un'azione congiunta per dare al Sistema Italia una rilevanza e una forza che in tempi come questi é necessario che abbia anche per sostenere le PMI di fronte alle incertezze dei mercati!”.



Fonte: Riccardo Catola, Catola & Partners