Economia

Il settore del biologico riscopre il segno +

Nonostante la stagnazione dei consumi sul mercato interno, i prodotti bio segnano una decisa crescita. In controtendenza, segnala preoccupata Federbio, la produzione nazionale

13 settembre 2008 | Ernesto Vania

Più spazio al biologico nei piatti degli italiani. È quanto emerge dai dati provenienti dal panel continuativo Ismea/ACNielsen che nel 2007, nonostante la stagnazione dei consumi nazionali, rivelano una crescita del 10,2% della spesa bio, proseguita nel primo semestre del 2008.

La tendenza ha riguardato quasi tutte le categorie del confezionato con incrementi considerevoli, nel 2007, per gli alimenti per l'infanzia (+36,4% rispetto al 2006), l'ortofrutta fresca e trasformata (+25,2%) e le bevande analcoliche (+19%).

Gli aumenti di spesa sono apparsi relativamente più contenuti per pasta e riso (+13% rispetto al 2006) e per i lattiero-caseari (+9,2%). Ancora più modesta la crescita per miele (+5% circa), oli (+4,4%) e uova (+1,6%), mentre si riducono, rispetto al 2006, gli acquisti di "zucchero, caffé, tè" (-5% circa). Segna un calo del 3% anche la spesa domestica per l'acquisto di biscotti, dolciumi e snack e di pane, inclusi i suoi sostituti.

Il consumo bio - spiega ancora l'Ismea - resta una caratteristica prevalentemente del Nord Italia. Nelle regioni settentrionali si concentra infatti più del 70% degli acquisti nazionali (il 43,5% nel Nord Ovest e il 28,9% nel Nord-Est), mentre il Centro, inclusa la Sardegna (19,2%), e il Meridione rappresentano rispettivamente il 19,2% e l'8,5% del totale.

I prodotti più consumati si confermano, nel 2007, latte fresco, yogurt e uova, seguiti da bevande alla soia, oli di oliva, omogeneizzati e succhi di frutta. Rilevanti anche gli acquisti domestici di miele biologico, cereali preparati, pasta di semola e biscotti frollini.

I dati del primo semestre 2008 confermano, con un aumento del 6% rispetto allo stesso periodo del 2007, la tendenza alla crescita della spesa domestica bio.

I risultati migliori - rileva l'Ismea - sono ancora prerogativa principale degli ortofrutticoli (+18,4%) e delle bevande analcoliche (+10,7%). In aumento anche gli acquisti di latte e derivati (+5,7%), prodotti per l'infanzia (+17,6%) e uova (+5,1%), mentre registrano un'ulteriore flessione i prodotti per la prima colazione, inclusi "zucchero, caffé e tè" e gli oli in generale.

“Il dato di fonte Ismea relativo al primo semestre 2008 di un +6% di media degli acquisti di prodotti biologici confezionati nella GDO in Italia è eclatante –afferma Carnemolla, Presidente Federbio - e sconta la scarsa e incostante presenza dei prodotti bio sugli scaffali della GDO, oltretutto con intere aree del territorio nazionale per nulla coperte. Inoltre il canale specializzato cresce il doppio della GDO, considerato che l’osservatorio Assobio dichiara un +12% nel medesimo periodo. E’ quindi evidente che se la GDO italiana avesse strategie adeguate sui prodotti bio e se la distribuzione specializzata fosse più diffusa sul territorio nazionale il trend dei consumi sarebbe a due cifre, in linea con quello che ormai da anni di registra nei principali Paesi europei. Ciò che preoccupa è piuttosto l’andamento della produzione nazionale che, secondo i dati del Mipaaf riferiti a fine 2007, è in leggero calo. E’ dalla scorsa estate che FederBio sta sollecitando il Ministero e le Regioni a rivedere le politiche di sostegno al settore perché la situazione nel 2008 sarà anche peggiore. Se non si interviene subito l’aumento dei consumi andrà a vantaggio principalmente dei grossisti e delle produzioni importate, non certo degli agricoltori biologici italiani che sono penalizzati da una burocrazia eccessiva e da scelte sbagliate nell’ambito di molti Piani regionali di sviluppo rurale”