Economia
Il caro prezzi spinge i consumi verso gli acquisti in campagna
Si abbatte del 30 per cento il costo del cibo se acquistato nelle aziende agricole. E' quanto emerge da una nota Istat. Negli ultimi sei mesi, quattro famiglie su dieci optano per una spesa alternativa ai canali della distribuzione
12 luglio 2008 | T N
Davanti al caro-prezzi cresce il numero di italiani che scelgono di fare acquisti in campagna. Negli ultimi sei mesi, quattro famiglie su dieci hanno optato, almeno una volta, verso questo tipo di vendita. Il risparmio è assicurato (anche il 30 per cento in meno rispetto ai canali tradizionali della distribuzione), ma anche qualità , freschezza (è il caso dellâortofrutta), tipicità e legame con il territorio. Risparmi che si ottengono anche nei mercati dove gli agricoltori praticano la vendita diretta. A sottolinearlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori in relazione ai dati sui consumi resi noti l'8 luglio dallâIstat.
Molto consolidato è, quindi, lâacquisto direttamente in fattoria o negli agriturismi. Nel 2007 la percentuale degli italiani che hanno comprato in campagna è cresciuta in maniera tangibile: più 15 per cento rispetto allâanno precedente. Si calcola -afferma la Cia- che altre 3,5 milioni persone che si sono rivolte, anche più volte, nellâarco dei dodici mesi, verso questo tipo di consumo che, oltre a mostrare unâevidente convenienza, permette di portare a casa prodotti genuini.
Per frutta e verdura -rileva la Cia- lâacquisto in campagna si rivela un vero âaffareâ per i consumatori. Il risparmio si aggira attorno al 35 per cento (con punte anche del 40 per cento) nei confronti dei tradizionali canali di vendita. Stesso discorso per vino e olio, i cui prezzi si riducono del 25-30 per cento. Tagli del 15-20 per cento si hanno per pane e carne. In questo modo, infatti, si eliminano tutti i vari passaggi della filiera. Il che significa abbattimento dei costi.
Un chiaro esempio del risparmio per i consumatori italiani -afferma la Cia- viene anche dai distributori di latte, dove acquistare non è solo conveniente, ma si ha anche un prodotto di qualità che proviene direttamente dalla stalla. E i risultati finora ottenuti hanno evidenziato il ruolo importante di tale vendita diretta. Basti pensare che in poco tempo, in Italia, sono in funzione oltre 700 distributori con una vendita complessiva di circa 9.000 tonnellate di latte.
Inoltre, da quando è operativo il decreto per la vendita diretta da parte degli agricoltori -sostiene la Cia- è stato un vero crescendo. Nei vari punti di questa particolare commercializzazione, soprattutto frutta e verdura, ma anche pane, olio, vino e carne, si è registrato un sorprendente afflusso di persone. Siamo, quindi, in presenza di un fenomeno che è destinato a svilupparsi e a consolidarsi, visto che anche gli agricoltori stanno rispondendo in maniera concreta e costruttiva a questa rinnovata attenzione da parte dei consumatori.
Ovviamente la spesa in campagna -aggiunge la Cia- rappresenta una percentuale ancora bassa rispetto al totale degli acquisti alimentari. Tale strada costituisce, però, un elemento importante per contrastare i prezzi e combattere i rincari abnormi e ingiustificati provocati dai molteplici passaggi di filiera e dalle spinte speculative.
Un caro-prezzi che in questi ultimi mesi, ha appesantito la spesa alimentare degli italiani (vedi i rincari per generi di prima necessità come il pane, la pasta, il latte, la frutta e la verdura) e provocato un conseguente calo dei consumi (meno 2,5 per cento nel primo semestre dellâanno).
Dunque, aumenti pesanti e non per colpa dei produttori agricoli, che al contrario in questi ultimi due anni hanno visto ridurre i listini praticati allâorigine. Basti pensare che dal campo alla tavola si registrano aumenti anche di venti volte che penalizzano sia i consumatori che gli stessi agricoltori. La vendita in campagna e quella dei mercati degli agricoltori apre, pertanto, nuove prospettive. Un percorso, quindi, da continuare a percorrere e sviluppare.
Fonte: Cia
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