Economia
Nessuna corsa alla raccolta delle olive: giacenze ai minimi nel centro-nord Italia, in rialzo al sud
L'olio extravergine di oliva italiano non c'è. Rispetto all’annata di scarica del 2024, le giacenze sono salite solo dell’8,7% a ottobre. In confronto a settembre giacenze quasi invariate in Umbria, Marche, Lazio e Liguria. Balzo soprattutto in Puglia, Sicilia e Calabria
10 novembre 2025 | 09:00 | T N
I primi dati del report Frantoio Italia dell’ICQRF al 31 ottobre 2025 indicano soprattutto che, a raccolta abbondantemente avviata in tutto il centro nord Italia, le giacenze continuano a restare ai minimi storici, con variazioni positive solo di qualche centinaio di tonnellate in regioni come Umbria, Marche, Lazio e Liguria.
Le Marche, per esempio, al 31 ottobre, avevano una giacenza di 565 tonnellate contro le 299 tonnellate di un mese prima. In Umbria, al 31 ottobre, erano stoccate 2086 tonnellate di extravergine rispetto alle 1896 tonnellate di un mese prima.
Anche in Toscana, con acquisti quasi azzerati da parte degli imbottigliatori, le giacenze a fine ottobre era di 5746 tonnellate, in rialzo non eclatante rispetto alle 3753 di un mese prima. E la Toscana, appunto, è una delle Regioni che ha performato meglio. Nel Lazio e in Abruzzo gli aumenti di giacenze sono stati di solo 1000 tonnellate per ciascuna regione.

Complessivamente, al centro nord Italia, o non vi è stata la rincorsa alla raccolta delle olive che ci si aspettava alla vigilia, soprattutto a causa della mosca dell’olivo, oppure la produzione si prospetta molto più magra delle previsioni iniziali.
Le prime battute della campagna olearia appaiono invece promettenti al sud, in particolare in Puglia (da 7 mila tonnellate a settembre a 12 mila tonnellate di giacenza a ottobre) fino al boom siciliano, con 7 mila tonnellate giacenti al 31 ottobre e anche un aumento di quasi 3000 tonnellate di giacenza in Calabria a 5800 tonnellate totali.
L’incremento totale delle giacenze a ottobre 2025 rispetto a ottobre 2024 è stato di 20 mila tonnellate, di cui 13 mila da attribuirsi solo a Puglia, Sicilia e Calabria.
Il 46,8% della giacenza nazionale di olio di oliva è presente nelle regioni del Sud Italia, con il significativo contributo delle regioni Puglia e Calabria (22,9% e 13,7%, rispettivamente). A livello provinciale, da segnalare il 10,0% delle giacenze nella provincia di Bari e il 8,5% nella provincia di Perugia, dove hanno gli stabilimenti i tre marchi leader del mercato italiano dell’olio.
Nonostante il gran numero di Indicazioni Geografiche registrate (50), su un totale di 10,6 milioni di litri di olio indicazioni geografiche in giacenza, dato in aumento del 20,4% rispetto al 31 ottobre 2024 (8,5 milioni di litri), le prime 3 indicazioni geografiche rappresentano il 59,9% e le prime 20 denominazioni il 95,1% del totale delle denominazioni in giacenza.
Nel complesso, l’olio a DOP/IGP in giacenza è pari al 7,0% del totale presente in Italia e rappresenta il 10,1% dell’olio extravergine stoccato.
La giacenza totale di “olio extra vergine di oliva” e di “olio vergine di oliva” da agricoltura biologica risulta pari a 18.872 tonnellate (+45,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), di cui il 99,6% extravergine, pari al 19,4% dell’extravergine complessivamente detenuto in Italia.
L’olio bio è detenuto prevalentemente in Puglia, Toscana, Sicilia e Calabria.
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