Economia

L'Italian sounding crescerà negli Stati Uniti

L'Italian sounding crescerà negli Stati Uniti

All’interno dell’Ue, l'Italia è la più esposta all’effetto dei dazi voluti dal presidente americano, anche perché gli Stati Uniti sono per noi il secondo Paese per esportazioni di cibi e bevande dopo la Germania

09 giugno 2025 | 15:00 | C. S.

Secondo The European House Ambrosetti, l’Italian Sounding, ovvero i prodotti agroalimentari che attraverso nomi o immagini evocano il Made in Italy senza essere stati realizzati in Italia, negli Stati Uniti aumenterà fino al 15% per effetto dei dazi e dagli attuali 7,5 miliardi di euro raggiungerà 8,6 miliardi, quasi 1,1 miliardi di euro in più. 

I nuovi dazi americani, potrebbero generare una riduzione potenziale di 1,3 miliardi di Euro di export food italiano, considerando sia lo sforzo di revisione temporanea dei margini da parte delle aziende italiane sia l’elasticità della domanda al consumo. All’interno dell’Ue, l'Italia è la più esposta all’effetto dei dazi voluti dal presidente americano, anche perché gli Stati Uniti sono per noi il secondo Paese per esportazioni di cibi e bevande dopo la Germania (10,8 miliardi di Euro). Per la Francia il peso dei dazi sarebbe di poco superiore al miliardo di euro (1,1 miliardi di Euro), inferiore per Spagna (700 milioni di Euro) e Germania (500 milioni di Euro). Tuttavia, data l’unicità dell’offerta Made in Italy, la stima realizzata da TEHA è di una contrazione effettiva di circa 300 milioni di Euro di esportazione agroalimentare.

“Oltre 6 miliardi di Euro di alimenti e bevande Made in Italy dei 7,8 complessivi esportati negli Usa -spiega Valerio De Molli, managing partner e ceo di TEHA- sono prodotti che non hanno alternative sul mercato statunitense e perciò difficilmente sostituibili. Se questo può essere un vantaggio in termini di impatto sulle esportazioni, quando i dazi entreranno in vigore faranno crescere l’Italian Sounding, un mercato che colpisce soprattutto i prodotti non sostituibili e che oggi vale 69 miliardi di euro nel mondo, uno in più rispetto all’export agroalimentare italiano. Ciò significa che riducendo queste imitazioni l’export agroalimentare del nostro Paese potrebbe anche raddoppiare, specie negli Stati Uniti". 

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