Economia

I numeri dell’olio di oliva Dop e Igp italiano nel 2023

I numeri dell’olio di oliva Dop e Igp italiano nel 2023

Le denominazioni dell’olio extravergine di oliva hanno sofferto nel 2023 la competizione con il 100% italiano e nonostante l’ottima campagna olearia è diminuita la quantità di olio certificato

02 dicembre 2024 | 17:00 | T N

Nel 2023 la quantità di olio extravergine di oliva a denominazione di origine è diminuita a 12355 tonnellate, in calo del 6,4% rispetto all’anno precedente, e soprattutto nonostante l’ottima campagna olearia nazionale con più di 300 mila tonnellate di prodotto.

L’olio extravergine di oliva a denominazione di origine, che in Italia conta su 42 DOP e 8 IGP, ha sofferto la competizione dell’olio extravergine di oliva 100% italiano, quotato più di 9 euro/kg con differenziali di prezzo rispetto al prodotto certificato non così ampie.

Per fare un esempio, se solitamente la differenza di prezzo tra un 100% e un olio IGP Toscano, era di 4-5 euro/kg, nel 2023 è stata di solo 1,5 euro/kg. Molti produttori hanno così preferito evitare i costi di certificazione e vendere l’olio di oliva come semplice 100% italiano.

Secondo il Rapporto Ismea Qualivita, presentato il 2 dicembre a Roma, non tutte le denominazioni di origine italiane in realtà sono attive e ben funzionanti. Solo la metà delle DOP/IGP ha un Consorzio di tutela.

Sono però molti gli operatori della filiera DOP/IGP dell’olio di oliva, più di 25 mila, che porta il volume di occupati a 110 mila.

Nel 2023 è cresciuto sia il valore alla produzione di olio di oliva DOP/IGP, a 115 milioni di euro (+35%), sia il valore dell’export a 81 milioni di euro (+30%). In crescita, ma non in linea con i dati alla produzione e all’export, i consumi nazionali cresciuti a 168 milioni di euro (+18%).

Sul fronte delle denominazioni di origine più importanti va segnalato il primato della Puglia, con 37 milioni di euro, trainata quasi esclusivamente dal DOP Terra di Bari, seguito dalla Sicilia con 29 milioni di euro, grazie a IGP Sicilia e DOP Val di Mazara, e poi Toscana con 27 milioni di euro, quasi tutto IGP Toscano.