Economia
Aumenta l'export in valore dei formaggi italiani

Tra i formaggi protagonisti del successo di export, si trovano, Grana Padano e Parmigiano Reggiano, mozzarelle, burrate e ricotte, mascarpone, grattugiati, pecorini, Gorgonzola
02 settembre 2024 | C. S.
Crescono ancora le esportazioni italiane, anche verso i paesi extracomunitari, dove nei primi sei mesi dell’anno le imprese casearie hanno esportato più di 93.000 tonnellate di formaggi, pari a 844 milioni di euro, mettendo a segno rispettivamente +14 % e +11 %.
Con questi numeri, informa Assolatte, l'Italia si conferma sul gradino più alto del podio in Europa in termini di valori, ininterrottamente dal 2019 e al secondo posto per i volumi, preceduta, in questo caso, solo dalla Germania.
Tra i prodotti protagonisti di questo successo, si trovano, Grana Padano e Parmigiano Reggiano, mozzarelle, burrate e ricotte, mascarpone, grattugiati, pecorini, Gorgonzola. "Un'ascesa eccezionale - testimonia Paolo Zanetti, presidente di Assolatte - se si considera che 5 anni fa eravamo ancora al quinto posto; un'accelerazione con cui abbimao superato l'Irlanda, poi la Francia, e infine, nel primo semestre di quest'anno, l'Olanda". I risultati del semestre confermano l'Italia primi esportatori europei verso Stati Uniti (19.800 tonnellate), Svizzera (13.100 tonnellate), Cina (6.070 tonnellate), Emirati Arabi (1.700 tonnellate), Canada (3.750 tonnellate) e secondi in Giappone, con 6.400 tonnellate di formaggi esportati e in Australia (3.300).
Il presidente però è preoccupato per il futuro, a partire dalla Cina. Secondo la recente indagine aperta dalle autorità cinesi, infatti, gli aiuti europei e nazionali al settore lattiero caseario permetterebbero ai formaggi ii arrivare sul loro mercato con prezzi troppo competitivi. "C'è quindi un rischio che tra qualche settimana le nostre imprese dovranno pagare fior di dazi per portare i formaggi italiani sulle tavole cinesi", avverte Zanetti, nel definire "l'accusa di dumping chiaramente pretestuosa, perché l'indiscutibile qualità li pone comunque su in livello diverso".
Il contenzioso con la Cina, infatti, precisa Assolatte, nasce come ritorsione per i dazi imposti dall'Europa sui motori elettrici cinesi eancora una volta il settore pagherà per colpe non sue.
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