Economia

Il prezzo dell’olio di oliva rimbalza in Spagna, stabile in Italia

Il prezzo dell’olio di oliva rimbalza in Spagna, stabile in Italia

In meno di dieci giorni la quotazione dell’olio extravergine di oliva in Spagna sale di 20 centesimi, balzo addirittura di 40-50 centesimi per l’olio vergine e lampante. Invariati i prezzi dell’olio italiano a Bari

30 aprile 2024 | T N

Le notizie più importanti sul mercato olivicolo-oleario, in questa ultima settimana, vengono dalla Spagna, con le quotazioni che sono schizzate dal 5 al 10% nel giro di una decina di giorni.

L’altalena dei prezzi dell’olio di oliva in Spagna è sintomo di una forte speculazione in un Paese tradizionalmente abituato a una maggiore stabilità delle quotazioni, frutto di accordi e forte collaborazione nella filiera. La situazione degli ultimi due anni, però, ha disturbato certi meccanismi ben oliati ed equilibri consolidati, con maggiore conflittualità soprattutto nel contesto dell’industria e degli imbottigliatori oleari.

Una balcanizzazione e frammentazione della filiera che ben conosciamo in Italia ma che è un’assoluta novità per il contesto spagnolo.

Questo scenario si riflette, unitamente a predizioni sulla prossima campagna olearia spesso strumentali, in forti oscillazioni dei prezzi, saliti fortemente nell’ultima settimana.

La categoria che ha beneficiato meno del rimbalzo è stata l’olio extra vergine di oliva, con una quotazione a 7,6-7,65 euro/kg, in crescita di circa 20 centesimi nell’ultima settimana. Si torna così ai livelli dell’inizio di aprile.

Sia l’olio vergine di oliva che l’olio extravergine di oliva, invece, sono rimbalzati di un 10% circa nel giro di dieci giorni, a 6,9 euro/kg per l’olio vergine di oliva, tornando così ai livelli di inizio aprile, e a 6,6 euro/kg per l’olio lampante, valori che invece non si vedevano da quasi due mesi.

E’ da dire che l’olio extravergine di oliva in Spagna sta diventando una rarità e lo sarà sempre di più nelle prossime settimane e mesi, stante i forti volumi produttivi registrati in gennaio, febbraio e marzo in Spagna, mesi in cui tradizionalmente si produce più vergine e lampante che extravergine.

Il mercato dell’olio extravergine di oliva in Spagna rischia presto di diventare più virtuale che reale, con pochi scambi che possono provocare forti sbalzi dei prezzi. C’è anche da dire che le coop iberiche sono generalmente ben consapevoli che la qualità dell’olio, oggi classificato come extravergine, non è eccelsa e che è più conveniente vendere in fretta con la massima categoria commerciale che tra qualche settimana come vergine o lampante.

Si tratta, a tutti gli effetti, di un territorio inesplorato per la Spagna dell’olio.

In Italia, invece, il mercato, con l’eccezione del Salento, è stazionario e stabile. I tentativi di speculazione sull’olio extravergine di oliva sulla piazza di Bari e BAT sono stati bloccati sul nascere e, sebbene gli scambi siano limitati, la quotazione rimane a 9,65 euro/kg secondo Ismea Mercati.

Al momento le tensioni nella filiera olivicolo-olearia viaggiano sotto traccia e gli scarsi volumi disponibili per il mercato, in particolare tenuto conto del trend dei consumi, rendono più difficili speculazioni coordinate e continuate. Più facile, insomma, scoprire gli iniziatori di una forte speculazione al ribasso, un’esposizione che non viene gradita da alcuni attori della filiera che preferiscono, infatti, agire attraverso intermediatori e commercianti.

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