Economia
Boom della produzione di olio di oliva in Puglia ma mancano all’appello 12 mila tonnellate

La metà della produzione nazionale di olio extra vergine di oliva si trova in Puglia, al secondo posto la Toscana, poi la Sicilia. Le scorte di olio biologico a 25 mila tonnellate. Prevista già giacenza zero alla prossima campagna olearia
18 gennaio 2024 | T N
Le giacenze di olio extra vergine di oliva italiano ammontano a 125 mila tonnellate al 31 dicembre 2023, in calo rispetto alle 137 mila dello stesso periodo dell’anno passato, secondo il rapporto Frantoio Italia dell'Icqrf. Mancano quindi all’appello circa 12 mila tonnellate di olio extra vergine di oliva che potrebbero essere compensate, in tutto o in parte, dalla produzione pugliese di olio a gennaio che continua senza sosta.
Le giacenze, dunque, sono sui livelli degli anni passati ma anche le vendite al momento non frenano significativamente rispetto al 2022/2023 nonostante i prezzi siano aumentati del 30-50%. L’incognita è rappresentata dal sell out (ovvero dal commercializzato effettivo) della Grande Distribuzione nazionale e internazionale nei prossimi mesi.
Le prime indicazioni che riguardano l’olio extra vergine di oliva italiano danno una sostanziale tenuta del mercato, con maggiori difficoltà, invece, per l’olio comunitario.
Se questa tendenza verrà confermata si arriverà a fine settembre con scorte nuovamente azzerate per l’olio extra vergine di oliva italiano. Una consapevolezza che, probabilmente, sta tenendo alte le quotazioni in queste settimane.
Boom della produzione di olio di oliva in Puglia ma mancano all’appello 12 mila tonnellate
Intanto si conferma la Puglia la regina olivicola d’Italia, con 64 mila tonnellate giacenti (erano 66 mila un anno fa). La Regione rappresenta metà dell’olio in stock in Italia anche se molto olio pugliese è nelle cisterne degli imbottigliatori toscani che, infatti, sono la seconda Regione per stock a 13 mila tonnellate, relegando la Sicilia al terzo posto a 12 mila tonnellate. A giocarsi il quarto posto nelle giacenze di olio Calabria e Umbria, anche in questo caso per via degli stock degli imbottigliatori, con 8000 tonnellate a testa.
Da segnalare giacenze quasi zero in diverse regioni olivicole rinomate, come le Marche, la Basilicata e la Sardegna, tutte con stock inferiori alle 1000 tonnellate. Bassa anche la giacenza in alcune regioni storiche dell’olivicoltura italiana come il Lazio (2000 tonnellate), l’Abruzzo e la Campania (1800 tonnellate ciascuno).
Se si analizza poi la situazione dell’olio biologico si nota il balzo produttivo importante a dicembre, passato da 17 mila tonnellate al 30 novembre alle 25 mila tonnellate del 31 dicembre 2023. A disposizione del mercato vi sono quindi solo 3000 tonnellate in meno rispetto all’anno passato quanto era 28 mila tonnellate le giacenze di olio extra vergine di oliva biologico.
Aumento della produzione significativo anche per lo stock di olio extra vergine di oliva Dop e Igp, arrivato a 18 mila tonnellate, 1000 tonnellate in meno rispetto al 2022.
In questa categoria si nota però lo squilibrio di forze tra Puglia e Sicilia e il resto d’Italia, con la sola eccezione del Toscano Igp. Nel complesso le denominazioni (dop/Igp) pugliesi hanno giacenze per circa 9000 tonnellate, a cui si aggiungono le 5500 tonnellate circa delle denominazioni (dopo/igp) siciliane. Significa che alle altre denominazioni di origine italiane restano giacenze di sole 4000 tonnellate, di cui 2500 sono Igp Toscano (1300 tonnellate) e Igp Calabria (1200 tonnellate). Da segnalare, dopo il boom dell’anno passato, la performance negativa dell’Igp Roma che ha uno stock di solo 165 tonnellate, praticamente pari a quelli della Dop Umbria-Assisi/Spoleto, della Dop Sardegna o della Dop Riviera dei Fiori.
Nel complesso, a fine dicembre, la situazione delle disponibilità di olio extra vergine di oliva per il mercato appare sovrapponibile a quella della campagna olearia 2022/23 ed è lecito aspettarsi l’azzeramento tecnico degli stock all’inizio della prossima campagna olearia.
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