Economia
La quotazione dell’olio di oliva spagnolo ai massimi
I listini di Jaen segnano il record stagionale mentre la piazza di Bari registra un aumento di solo 5 centesimi. Le previsioni produttive sono pessimistiche per entrambi i Paesi
22 luglio 2022 | T N
Nelle ultime settimane i listini degli oli di oliva si sono mossi ma solo in spagna dove vi è stato un aumento di quasi 20 centesimi per l’extra vergine e di quasi altrettanto per vergine e lampante.
Nello stesso periodo in Italia i rialzi sono stati solo di 5 centesimi, con volumi di vendita modesti, nonostante le quotazioni no nsfori i 4,5 euro/kg.
Insomma, il mercato dell’olio iberico si è mosso mentre quello italiano ancora no.
In Spagna sono le cooperative, al momento a frenare le compravendite, facendo impennare le quotazioni, scommettendo su una campagna olearia di scarica e quindi su un prezzo vicino ai 4 euro/kg per l’inizio della prossima stagione.
In effetti per ottobre-novembre, gli stock di olio iberico dovrebbero ormai essere modesti, principalmente di olio vergine e lampante, con la conseguenza che sarà difficile, prima di novembre-dicembre, trovare extra vergine di buona qualità in quantità.
Un rialzo delle quotazioni dell’extra vergine porterebbe inevitabilmente anche a un contestuale aumento di vergine ed extra vergine, con ottimi incassi per le cooperative.
Nel frattempo in Italia si viaggia col freno a mano tirato, anche e soprattutto contando sulla longevità dell’olio di Coratina di cui oggi sono piene le cisterne in Puglia. La volontà degli imbottigliatori è far scendere il differenziale di prezzo tra italiano e spagnolo a 50 centesimi o meno e sperare, contestualmente, in una ripresa del canale Horeca nel 2023. Una simile congiuntura permetterebbe agli operatori ottimi guadagni.
Diversità nell'approccio che fanno la differenza sul mercato e sui prezzi.
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