Economia

IL VINO. UN INVESTIMENTO A LUNGO TERMINE COME UN’OPERA D’ARTE OPPURE COME I BOT

Venduto “en primeur”, a mezzo di certificati oppure all’asta. Il vino, per alcuni, non è solo una bevanda ma un mezzo di speculazione finanziaria, oppure un oggetto da collezione. Contro le truffe per i vini d’annata un test nucleare stabilirà l’età della bottiglia

05 maggio 2007 | Ernesto Vania

In Francia il vino non è solo bene di consumo ma anche di investimento, tanto che nel 2001 è nato proprio a Parigi il primo fondo comune di investimento sui vini.
Da allora le forme di vendita dei vini pregiati si sono moltiplicate, anche in Italia.

Anche quest'anno per gli amanti del vino un investimento che unisce l'utile al dilettevole, si tratta dei 4.000 nuovi certificati en primeur per un valore complessivo di 700.000 euro messi a disposizione dal Banco di Sicilia ed emessi da quattro prestigiose aziende vitivinicole italiane: le siciliane Benanti e Donnafugata, la toscana Sette Ponti e la piemontese Viberti Fantino.
Si tratta di certificati che danno la possibilità di acquistare ora una determinata quantità di bottiglie al fine di poterle ricevere nel giro di qualche mese o anno, ovvero alla scadenza indicata sul certificato.
Si tratta di certificati a doppia garanzia su cui il Banco di Sicilia offre il rimborso del valore nominale del certificato (performance bond) nel caso in cui l'azienda produttrice non dovesse consegnare il vino alla scadenza pattuita. I titoli sono trasferibili mediante girata.
Privati, enoteche, grossisti e ristoratori potranno acquistare i nuovi certificati rappresentativi di vino pregiato in fase di invecchiamento, ad un prezzo sicuramente più basso rispetto a quello che lo stesso vino avrà dopo due o tre anni ovvero il termine dopo il quale potrà essere commercializzato in base al disciplinare di produzione. Inoltre non è necessario che la persona che alla scadenza ritirerà la merce sia la stessa che ha sottoscritto il contratto. Il certificato del contratto a termine, infatti, può costituire oggetto di scambio ed in quanto tale può essere considerato anche come un puro investimento finanziario.

L'investimento in vini d'annata non è certo nuova al mercato borsistico francese che ha già assistito alla nascita nel 1999 del Liv-Ex (London International Vintage Exchange) Fine Wine Index.
Si tratta di un borsino che riflette il valore medio di quello che dovrebbero essere i 100 migliori e più commercialmente ambiti vini del pianeta. Questi 100 vini che compongono il borsino possono variare ogni mese in base agli eventuali cambiamenti del mercato del vino, e anche in base alle opinioni dei membri del committee, il comitato direttivo del Liv-Ex, composta da grandi professionisti del più alto commercio vitivinicolo del pianeta.

Ma i certificati e i borsini non sono l’unica forma di speculazione finanziaria a cui è soggetto il mondo vitivinicolo.
Un’altra, se vogliamo più raffinata, è l’acquisto di vini pregiati, antichi, come fossero opere d’arte.
L'incremento dei prezzi delle bottiglie pregiate, come tutti i beni di lusso, ha però messo in moto l'industria della contraffazione di vini rari. Truffatori attratti dai lauti gudagni, infatti basti dire che una cassa di Lafite 1982 è stato venduto da Christie's a New York le settimane scorse per l'equivalente di 1.481 dollari a bottiglia. E il mercato dei vini pregiati sta conoscendo un momento molto felice. Sta acquisendo un ruolo crescente nel campo degli investimenti alternativi, che insieme alle opere d'arte vengono scelti per metterli al riparo dagli alti e bassi del mercato azionario, bilanciando così i portafogli.
Così, per tutelare i propri clienti, una società d’aste, la londinese “Antique Wine Company”, ha fatto mettere a punto e sta sperimentando un sistema d’analisi nucleare al fine di certificare l’età delle bottiglie. Il test, secondo quanto dichiarato dalla compagnia, si basa sulla combinazione di analisi con isotopi nucleare e raggi gamma e un fascio di protone. Un test capace di determinare con l'età del vetro di ogni bottiglia. Il test verrà accompagnato da esami di tipo medico, legati alla diagnostica nucleare. E perfezionato da analisi chimiche, con minuscoli prelievi effettuati con aghi ipodermici inseriti all'interno del tappo. I test verranno condotti da scienziati di Bordeaux e Manchester. Non si parla, però, di eventuali ricadute in termini di radioattività, seppur minima, sul prodotto. Già ma chi poi berrà tali preziosissime bottiglie?

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