Economia 19/03/2021

Riprendono le vendite di olio extra vergine di oliva italiano a febbraio

Riprendono le vendite di olio extra vergine di oliva italiano a febbraio

Secondo i dati dell'Icqrf lo scorso mese sono stati scambiate 8 mila tonnellate di olio nazionale. Si conferma la difficoltà per il biologico, con stock a 27 mila tonnellate mentre a gonfie vele va il segmento Dop e Igp


Dopo mesi di stasi riprende leggermente, sui livelli del 2020, il mercato dell'olio extra vergine di oliva nazionale, con lo stock compressivo che si abbassa a 132 mila tonnellate al 28 febbraio, secondo i dati dell'Icqrf – Frantoio Italia.

Le vendite a febbraio sono state di circa 8 mila tonnellate e, si confermasse il trend fino alla fine della campagna olearia, le giacenze rimarrebbero altissime, pari a 70-80 mila tonnellate.

Una situazione difficile, considerando che la campagna olearia 2020/21 è stata modesta per l'olio italiano, con una produzione che sicuramente non ha superato le 250 mila tonnellate.

Ovviamente, con le vendite che procedono con tale velocità, le quotazioni dell'olio nazionale rimangono stabili, non alzandosi in nessun caso oltre i 5 euro/kg, anzi, spesso portandosi sotto i 4,5 euro/kg per gli oli di buona qualità. Così i frantoi, le cooperative e le OP faticano a riprendere i costi, anche in considerazione del fatto che i prezzi delle olive, durante la stagione passata, sono stati mediamente elevati.

Certamente sta incidendo molto, sulle dinamiche di mercato odierne, lo stop forzato del canale Horeca, principale sbocco del Made in Italy, mentre latita la GDO che preferisce concentrarsi sule offerte promozionali piuttosto che orientarsi verso i prodotti premium.

In controtendenza rispetto a tale dinamica il settore delle denominazioni di origine che ha invece avuto un boom di vendite a febbraio, con 3000 tonnellate commercializzate e uno stock che ormai è a 14 mila tonnellate, di cui più di un terzo concentrato in Puglia, a seguire Sicilia (con le sue Dop/Igp) e poi col Toscano Igp, di cui restano in stock sole 1500 tonnellate.

Se le denominazioni di origine riescono a tenere alta la bandiera del Made in Italy, in valore e volume, così non è per il biologico. Purtroppo l'extra vergine bio nazionale fatica a decollare, con poco più di 1500 tonnellate vendute a febbraio, la metà del segmento Dop/Igp, e uno stock ancora a 27 mila tonnellate.

Con simili dinamiche di mercato, se è ipotizzabile che gli oli a denominazione siano stati quasi interamente commercializzati entro l'estate, di olio bio ne rimarranno circa 20 mila tonnellate prima dell'inizio della nuova campagna olearia, uno stock sufficiente a condizionare i prezzi anche per la prossima stagione.

di T N