Economia

La debacle per vino, birra e alcolici nell'Horeca nel 2020

La perdita media del beverage italiano è del 40%, tradito dalla flessione dei consumi nelle città d'arte e salvato solo dalla buona performance delle località turistiche estive

09 febbraio 2021 | T N

Il 2020 è stato certamente un anno molto difficile per i consumi fuori casa. L’anno chiude infatti con un pesantissimo -37,25% a volume e -39,29% a valore nei canali horeca. Di seguito le principali highlight del settore fornite dalla società di consulenza Formind, specializzata nella rilevazione dei consumi sul canale horeca attraverso lo strumento MindForHoreca.

Questi andamenti si riflettono diversamente nei diversi canali, l’universo dei consumi serali (più penalizzati dalle chiusure) perde oltre il 43% dei volumi mentre quello dei consumi diurni perde oltre il 37%. In questo scenario tengono meglio i bar -36%, peggio la ristorazione-40% e l’after dinner -47%. In senso più ampio: locali notturni ed alberghi sono gli esercizi in maggiore difficoltà.

Le grandi città d’arte, così come i luoghi turistici ad alta ponderata di frequentazione estera, lasciano sul piatto anche il 60% dei consumi nei momenti più caldi della stagione. Non va meglio nelle zone montane dove lo stop alla stagione sciistica nel periodo delle festività sta mettendo a rischio oltre il 40% dei consumi. Meglio i litorali “nostrani”, frequentati maggiormente dal turismo residente che in stagione hanno performato positivamente +6%.

Se guardiamo ai settori merceologici spicca il -42% della birra in fusti, seguita al -38% di quella imbottigliata.

Gli alcolici perdono il 46%. L’aperitivo diurno guadagna consumatori nell’ultimo periodo dell’anno e chiude con i monodose a -42% e con i formati da litro a -41%.

La categoria vino chiude a -41% penalizzata da una ristorazione serale “scomparsa” e da un ridimensionamento della pausa pranzo, per effetto dello smart working.

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