Economia

TRE BICCHIERI DI VINO AL GIORNO PER IL CONSUMATORE MODERNO CHE PREDILIGE BOTTIGLIE A PREZZI INFERIORI AI DIECI EURO

Senza proibizioni e divieti il consumo di vino si è dimezzato in trent’anni, ma sono aumentati gli enoappassionati. Piacciono i vini ottenuti da una singola varietà di uva, autoctona o internazionale che esprimono morbidezza, eleganza tannica e moderata acidità

15 luglio 2006 | Ernesto Vania

Gli italiani bevono meno alcol ma cresce il numero di nostri connazionali che si concedono un bicchierino.
Rispetto alla fine degli anni Settanta il consumo di alcol puro è quasi dimezzato: dai 12,4 litri pro capite del 1977 si è passati ai 6,9 di oggi. E questo senza proibizionismi o divieti.
"Bere vino è quasi un rituale nelle nostre famiglie - spiega Umberto Veronesi - e, come tutti i rituali, rafforza la fiducia nella comunità".
Gli italiani insomma sembrano bere con maggiore responsabilità ma i bevitori sono aumentati.
Tre bicchieri di vino: questa, in media, la quantità di alcol giornaliera. Un risultato in linea con i valori indicati come "normali" dall'Organizzazione mondiale per la salute.

Il moderno consumatore di vino di medio livello predilige bottiglie proposte in enoteca ad un prezzo inferiore ai 10 euro, ottenute da una singola varietà di uva, autoctona o internazionale che sia. Si tratta, per lo più, di prodotti under one, da consumare cioè entro un anno dalla vendemmia. E ancora, il consumatore medio preferisce vini di colore rosso rubino intenso, con una precisa identità varietale, che esprimono morbidezza, eleganza tannica e moderata acidità.
Questi, in sintesi, i risultati delle più recenti indagini di mercato, presentati ieri a Ischia a conclusione dei lavori del sessantunesimo congresso di Assoenologi, la più importante organizzazione di categoria che raccoglie quattromila tecnici vitivinicoli.
”Negli anni Settanta — ha spiegato il presidente di Assoenologi Giuseppe Martelli — i vini erano pressoché uguali, soprattutto i bianchi, passati da un colore ossidato al bianco carta e da caratteristiche organolettiche assai ruspanti a un'incredibile uniformità. In quel periodo, si cercava principalmente la stabilità chimico fisica del prodotto per superare storture e difetti figli di una tecnologia inadeguata. Per contro, oggi la produzione deve tenere sempre di più conto delle esigenze dei consumatori, senza trascurare le sue preferenze di gusto, spesso legate a luoghi comuni e a marchi consolidati”.