Economia

UNA INTESA ITALIA-SPAGNA SUL FRONTE DELL’AGROALIMENTARE, TRA PREOCCUPAZIONI RECIPROCHE E INTERESSI COMUNI

E’ la vitivinicoltura, in particolare, a coinvolgere i ministri De Castro ed Espinosa, riunitisi a Lecce per un tavolo di confronto. Pieno accordo nel preservare la qualità e nel migliorarla ulteriormente. Obiettivo comune: affrontare insieme i nuovi mercati come la Cina, unendo le forze per aumentare la competitività

15 luglio 2006 | Francesco Caricato

Due ore di confronto tra Italia e Spagna a Lecce, lo scorso 11 luglio, dove si è raggiunta un’importante intesa politica sul fronte dell’agroalimentare, tra i ministri agricoli Paolo De Castro ed Elena Espinosa.

I due ministri a Lecce, foto Sergio De Mitri

E’ il settore vitivinicolo, soprattutto, ad essere posto al centro dell’attenzione. Si è puntato a una vitivinicoltura più forte e competitiva e grande è stata, tra i due Paesi, la condivisione delle preoccupazioni, riguardo alle estirpazioni, per esempio, visto che un terzo del budget previsto è destinato proprio a tale capitolo.

Le preoccupazioni reciproche per Italia e Spagna sono d’altra parte rappresentate proprio dal serio rischio di estirpazione delle vigne nelle aree più vocate alla qualità, e dall’abbandono della coltura con i relativi danni, anche paesaggistici, che ne conseguono.

Secondo il ministro Paolo De Castro si riserverà una adeguata “attenzione al budget necessario per essere competitivi, sia per quanto concerne la parte relativa alle estirpazioni, sia per quanto riguarda espressamente le pratiche enologiche”.
L’impegno comune sarà orientato a fronteggiare l’avanzata dei nuovi Paesi produttori, là dove la vitivinicoltura si sta facendo largo con sempre maggiore evidenza.

“Noi vediamo chiaramente, in aree come l’Australia, il Sud Africa, l’America Latina, l’impegno dei nuovi produttori sul fronte della competitività”. Per De Castro, tali Paesi, oltre a disporre di enormi risorse naturali, hanno dimostrato la capacità di lavorare con grande efficacia anche sul fronte dell’abbattimento dei costi di produzione.

“Sono Paesi che puntano a esportare proprio là dove noi siamo maggiormente coinvolti in prima linea. E’ il caso degli Stati Uniti, mercato assai sensibile e di forte attrazione per gli australiani. Questi nuovi produttori hanno dalla loro la grande capacità di esportare con successo, concentrando il tutto in pochissime imprese, quattro o cinque”.

Il tessuto agricolo delle nostre imprese è molto ampio e variegato. E’ anzi così complesso, in verità, da registrare di conseguenza delle enormi difficoltà strutturali non facili da risolvere. Secondo De Castro, tuttavia, tali difficoltà dobbiamo in ogni caso vederle in modo positivo, non dobbiamo insomma dare l’impressione che non si vogliano le riforme. Queste, semmai, dovrebbero essere concepite in maniera equa, così da tener conto della qualità dei nostri grandi vini. Da qui pertanto la necessità di una condivisione della riforma con tutti i Paesi coinvolti.

La condivisione della riforma deve basarsi sulle risorse da destinare alla riconversione e ristrutturazione dei vigneti con l’obiettivo di migliorare sempre di più la qualità dei vini.
Sulla distillazione dei sottoprodotti, per esempio, si è parlato di una condivisione nel mantenerla per intero, anche per un problema di natura ambientale, e non soltanto per un aiuto da riservare ai produttori.

Sulla distillazione in generale vi è infatti piena condivisione nel mantenere una distillazione di crisi e non invece nel favorire una distillazione volta solo a mantenere quelle imprese che producono lo sforamento da destinare appunto alla distillazione.

Riguardo infine all’aiuto ai mosti concentrati rettificati, si tratta di ostacolare la possibilità, per i paesi del Nord Europa, di utilizzare, laddove è possibile, lo zucchero, una pratica che invece sappiamo vietata, e perciò non utilizzabile, in Italia e in Spagna.

La preoccupazione per la riforma si dovrà pertanto concentrare nel porre la massima attenzione proprio alla qualità dei nostri vini.
E’ importante, dunque, il divieto totale nell’importazione di mosti per la vinificazione da Paesi terzi. Occorre di conseguenza contrastare la proposta di rimuovere il divieto di importare mosti di Paesi terzi per la vinificazione. Come pure, è necessario contrastare con determinazione quelle pratiche enologiche che puntano ad abbassare la qualità dei nostri vini, specie di quelli a denominazione di origine.

L’ORTOFRUTTA
Anche per quanto concerne l’ortofrutta, sia fresca che trasformata, c’è stata un’ampia condivisione di intenti tra i ministri Paolo De Castro ed Elena Espinosa, e si è constatata la disattenzione, da parte della Comunità europea, verso il settore, che peraltro rappresenta, a livello comunitario, il 4 %, a fronte invece di una importanza economico-sociale ben più ampia, del 16% del valore della produzione agricola europea.

La riforma ortofrutticola è volta in particolare a rafforzare gli organismi che oggi organizzano il settore. “Con le nostre associazioni di produttori, e le nostre cooperative – ha ammesso il ministro Paolo De Castro – vorremmo fare tesoro di quel memorandum che venne firmato il 20 dicembre 2005 da Italia, Spagna, Francia, Grecia, Turchia, Portogallo e Cipro, e proprio su quell’onda vorremmo poter continuare ad avere una attenzione costante verso le strutture che organizzano l’offerta”.

C’è una novità, intanto, in fatto di gestione delle crisi. Sarebbe necessario, d’ora in poi, riuscire ad anticipare le crisi, e non invece subirle, com’è finora stato. Occorre una piena condivisione su tale irrisolto problema.
E così, per ciò che concerne gli agrumi, per esempio, è importante che si giunga presto a una collaborazione al fine di migliorare la capacità competitiva e la qualità.

UN CAMMINO COMUNE
Soddisfazione è stata in ultimo espressa dal ministro spagnolo Espinosa (il quale, peraltro, ha ringraziato per l’invito rivoltogli dal ministro De Castro) per gli accordi bilaterali raggiunti. Ciò ch’è emerso, è la centralità dell’aspetto socio-economico riguardo al comparto enologico di entrambe i Paesi.

E’ stato pieno l’accordo sui punti evidenziati dal ministro De Castro, nel preservare la qualità e migliorarla ulteriormente, nonché nell’obiettivo comune e condiviso nel raggiungere nuovi mercati, come per esempio la Cina, unendo opportunamente le forze per aumentare la competitività.

Le scene dell'incontro, foto Sergio De Mitri

La valorizzazione dei prodotti agricoli vuol significare, quale diretta conseguenza, la valorizzazione, nel medesimo tempo, della dieta mediterranea.
Coalizzarsi vuol dire oltretutto acquisire la capacità di affrontare il mercato mondiale, come pure la grande distribuzione internazionale.

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