Economia

COME SI PRESENTA IL MERCATO DEGLI EXTRA VERGINI?

Prosegue la nostra inchiesta. Il punto di vista dell’Unaprol, attraverso le dichiarazioni del suo direttore Ranieri Filo della Torre: quasi tutta la produzione nazionale è stata venduta e non risultano giacenze significative; dai primi di aprile i prezzi sono iniziati a scendere ed è prevedibile che tale ribasso continui

17 giugno 2006 | Carlotta Baltini Roversi

La scorsa settimana abbiamo voluto dare una risposta alle preoccupazioni di un nostro lettore (vendere o non vendere?: link esterno), che sono poi le preoccupazioni di molti. Riceviamo telefonate colme di amarezza, da parte di chi producxe la qualità ma non riesce a venderla, non perché non sia all’altezza per fare una buona campagna commerciale, ma perché le carte in tavola sembrano mutate.
Anche gli oli a denominazione di origine avvertono una certa difficoltà nell’introursi nel mercato guadagnando una giusta ed equa remunerazione. I commercianti non chiamano ordini, come mai?

Avevamo chiesto il parere ad alcuni rappresentanti dell’associazionismo, e ci hanno risposto solo dal Cno, dal For e dall’Aipo. Silenzio generale da parte degli altri, a parte il direttore di Unaprol Filo della Torre. Ed è un vero peccato che non abbiano risposto alcuni di essi, perché per esempio ci sarebbe piaciuto avere la dichiarazione di Mauro Candeloro. Chi è costui? Non certo un carneade, ma addirittura il presidente di Federdop, una federazione che ruota intorno ai consorzi degli oli italiani a denominazioni di origine.

Questa settimana ospitiamo dunque con piacere il parere di Ranieri Filo della Torre, parere che per un disguido tecnico indipendente dalla nostra e dalla sua volontà, non è pervenuto in redazione. Ci spiace moltissimo non aver dato rilievo nel numero precedente, ma ecco la sua testimonianza.

LA VOCE DI UNAPROL
Ranieri Filo della Torre, direttore Unaprol: Nel corso degli ultimi mesi l’olio di oliva in generale – e l’extravergine in particolare - ha vissuto un interessante rialzo dei prezzi. Un dato in assoluta controtendenza rispetto al depresso panorama dei prodotti dell’agroalimentare italiano. Mediamente gli aumenti sono stati stimati in +15-20%. Peraltro quasi tutta la produzione nazionale è stata venduta e non risultano giacenze significative.
Da fine marzo la cooperazione spagnola, detentrice di oltre il 60% del prodotto iberico, in larga misura ancora stoccato, ha iniziato a immettere sul mercato quantitativi significativi di prodotto. Dai primi di aprile i prezzi sono iniziati a scendere ed è prevedibile che tale ribasso continui. La nuova campagna 2006-2007 appare molto abbondante. Per cui non sarei molto fiducioso in un nuovo rialzo dei prezzi. A meno che non intervengano fattori metereologici negativi. Come dicono in borsa: sell, cioè vendere!