Economia
Il mercato Dop e Igp in mano a pochi marchi
L'Italia ha il primato ma non il mercato. I dieci prodotti principali valgono l’80% della produzione e il 90% dell’export. All'estero dominano in particolare formaggi e aceti balsamici
25 aprile 2018 | C. S.
L’Italia si conferma, anche a fine 2017, il Paese dell’UE che ha ottenuto il maggior numero di riconoscimenti DOP e IGP nel settore “food” (esclusi vini e altre bevande alcoliche), con 293, precedendo la Francia (245) e la Spagna (190). Questi tre Paesi rappresentano il 54% dei prodotti DOP e IGP registrati dall’UE, secondo l'analisi del Centro Studi Confagricoltura.
 Nel ricco e articolato panorama della nostra biodiversità agraria e tradizione alimentare, il settore per il quale il nostro Paese ha proposto e ottenuto il maggior numero di riconoscimenti DOP e IGP è quello dei prodotti delle coltivazioni orticole e cerealicole (111), seguito dai formaggi (52) e dagli olii extravergini di oliva (46).
Nel ricco e articolato panorama della nostra biodiversità agraria e tradizione alimentare, il settore per il quale il nostro Paese ha proposto e ottenuto il maggior numero di riconoscimenti DOP e IGP è quello dei prodotti delle coltivazioni orticole e cerealicole (111), seguito dai formaggi (52) e dagli olii extravergini di oliva (46).
Nel periodo 2010-2016 il valore alla produzione dei prodotti DOP e IGP italiani è cresciuto costantemente sommando complessivamente un +10,9%, a fronte di un incremento dei prodotti riconosciuti DOP e IGP del 33,2%. Registrano tuttavia andamento altalenante, con variazioni percentuali negative, confrontando il 2010 col 2016, i settori degli ortofrutticoli e cereali (-10,7%) e degli olii extravergini d’oliva (-1,4%). Pur con la precedentemente ricordata sensibile riduzione delle imprese coinvolte nella filiera, cresce pressoché costantemente anche il valore alla produzione dei formaggi (+10% nel 2016 rispetto al 2010) e dei salumi (prodotti a base di carne +8,3%), che insieme
rappresentano (2016) circa l’87% del valore alla produzione complessivo dei prodotti DOP e IGP. Fra i principali settori produttivi, solo quello delle carni fresche registra, nel 2016 rispetto al 2010, un incremento di valore alla produzione (+104,5%) superiore all’incremento dei prodotti riconosciuti (+66,6%). Ciò significa che, oltre le contingenti variazioni dei prezzi di mercato, in generale il valore alla produzione dei prodotti DOP e IGP riconosciuti dopo il 2010 è sensibilmente inferiore al valore alla produzione medio dei prodotti DOP e IGP riconosciuti fino al 2010.
Confrontando i valori medi unitari alla produzione (€ per kg o litro) dei principali settori produttivi, nel 2010 e nel 2016, si evidenzia:
- il notevole apprezzamento degli aceti balsamici (+12%);
- la rilevante flessione di ortofrutticoli e cereali (-23,5%);
- la più contenta flessione dei formaggi (-4,9%);
- una lieve flessione anche per le carni fresche (-1,3%);
- la sostanziale tenuta dei salumi (+0,4%).
I principali settori produttivi dell’universo DOP e IGP rappresentano (2016) poco meno del 9% del valore complessivo dell’export agricolo e alimentare (nel 2010 era del 6,7%), segnando, rispetto al 2010, un incremento dell’82% (nello stesso periodo l’export complessivo è cresciuto del 38%). Nella valutazione di questo risultato molto positivo, bisogna tuttavia tenere conto, come già osservato in precedenza, che fra il 2010 e il 2016 sono stati registrati, nei settori considerati, 52 nuovi prodotti DOP e IGP pari ad un incremento del 26%.
Il valore all’export più elevato riguarda i formaggi (1,65 miliardi di euro nel 2016), seguiti dagli aceti balsamici (882 milioni) e dai salumi (prodotti a base di carne - 571 milioni). Il maggiore incremento di valore esportato (2016 rispetto al 2010) è stato segnato dagli aceti balsamici (tutti registrati prima del 2010) con uno straordinario +345%.
Nel 2016, rispetto all’anno precedente, segnano flessioni del valore dell’export le carni fresche (-20%) e gli olii extravergini d’oliva (-3,4%).
Ancor più del valore alla produzione, il valore dell’export si concentra sui primi dieci prodotti DOP e IGP maggiormente venduti all’estero (tabelle 19a e 19b), che ne rappresentano costantemente, negli ultimi anni (2010-2016), una quota percentuale prossima al 91%.
Il prodotto che segna il più elevato valore di esportazione è l’Aceto Balsamico di Modena IGP (875 milioni di euro nel 2016) seguito dal Grana Padano DOP (632) e dal Parmigiano Reggiano (559). Fra i dieci prodotti DOP e IGP con maggior valore di export, ci sono sei lattiero-caseari, tre salumi e appunto l’Aceto Balsamico di Modena.
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