Economia
L'export andaluso di olio d'oliva doppia quello italiano
La regione iberica domina per quantità e fatturato, anche se escludiamo la “triangolazione” con l'Italia. Ottima performance dell'Andalusia olearia negli Stati Uniti, con quasi 400 milioni di euro in valore, in crescita del 7% su anno precedente
27 febbraio 2018 | T N
La Spagna continua a mettersi in raffronto con l'Italia sul piano della commercializzazione, avendo ormai stravinto la battaglia della produzione, ma si tratta di una competizione ormai destinata a durare ben poco.
La sola Andalusia, che commercializza il 75% dell'olio iberico, ha fatturato l'anno scorso 2,96 miliardi di euro in esportazioni, contro i 1,5 miliardi dell'Italia.
Il sorpasso è evidente comunque, anche se depurato del dato di export dalla Spagna all'Italia, per un miliardo di euro nel 2017. L'Andalusia ha comunque esportato 1,9 miliardi di euro di cui quasi 400 milioni negli Usa (+6,7% su anno precedente), 329 milioni in Portogallo (+23%), 244 milioni in Francia (+7,9%) e 134 milioni nel Regno Unito (+22%).
Se guardiamo all'interno della regione andalusa, è la provincia di Siviglia a dominare l'export con quasi 1,4 miliardi di euro, seguita da Cordoba, Malaga e Jaen, che rappresenta solo il 10% dell'export andaluso.
Analogamente da quanto avviene in Italia, dove la Puglia domina sul fronte produttivo, la leader prodiva, Jaen, non riesce ad avere la leadership sul fronte del commercio estero.
Da segnalare i grandi incrementi di export andalusi in Paesi, come il Canada (+300%), dove l'Italia ha infatti fatto registrare i maggiori cali (-40%).
Andalusia olearia in controtendenza solo in Germania, -4,8%, comunque dato migliore dell'italiano -24%, e in Australia (-0,7%) rispetto all'italiano -40%.
Dati simili di crescita, tra Andalusia e Italia, solo per Russia: +33% per l'Andalusia e +15% per l'Italia, oltre che per la Cina, +7% per la regione spagnola e +31% per l'Italia.
L'Andalusia, anche grazie a politiche molto aggressive sui prezzi, sta insomma erodendo i mercati tradizionalmente dominati dall'Italia olearia, un trend che, in termini di volumi e valori, sarà praticamente impossibile invertire.
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