Economia

La corsa inarrestabile dello spumante italiano

La spumantistica italiana vale 2,5 miliardi di euro di export. Il Prosecco domina in volumi, con l'80% del mercato. L' esportazione si concentra in tre paesi: il 34% nel Regno Unito, il 19% negli Stati Uniti, il 18% in Germania

14 febbraio 2018 | C. S.

Lo spumante italiano corre all'estero: 373 milioni le bottiglie consegnate sui vari mercati e un giro d'affari al consumo nel mondo di 2,573 miliardi di euro.

I dati 2015 sono resi noti all'Ansa da Ovse-Osservatorio economico dei vini effervescenti, guidato da Giampietro Comolli.

Sul totale esportato, 288 milioni sono le bottiglie targate Prosecco, veneto-friulane, pari ad un valore all'origine di circa 800 milioni di euro. Rispetto al 2014, l'export dei vini spumanti registra un +17% dei volumi e un +14% di valore al consumo nei 90 Paesi di destinazione.

Il vecchio continente - continua Ovse - nel suo insieme si conferma ancora il principale acquirente di spumanti italiani, con oltre il 65% dei volumi. L' esportazione si concentra in tre paesi: il 34% nel Regno Unito, il 19% negli Stati Uniti, il 18% in Germania. Il Regno Unito è il primo paese importatore, con circa 100 milioni di bottiglie. Non più solo Gdo e spumanti
generici: il Prosecco entra a pieno titolo in pub, circoli privati e ristoranti, e non solo italiani.

Grande sviluppo per l'e-commerce  ma 9 su 10 siti sono gestiti da importatori/distributori e non da aziende produttrici. In poco più di tre anni, la Francia conferma la scoperta del Prosecco, superando 1,1 milioni di bottiglie nel 2015, pari al 10% di tutti gli spumanti importati.

"Negli ultimi cinque anni - osserva Giampietro Comolli - l'Asti ha perso il 21% del mercato, mentre il Prosecco Doc è cresciuto mediamente del 21% annuo, più che raddoppiando la quota e diventando il primo landbrand al mondo per le bollicine, superando anche il generico Sekt. L'Italia è quindi primo paese produttore, con una quota del 23%, e primo paese esportatore di vini effervescenti al mondo, per il 32%. Ma il settore ha bisogno di una attenzione politica globale all'estero".

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